Lunga intervista concessa da Vincenzo Montella, ex centravanti e oggi allenatore, ai microfoni del Corriere dello Sport. Queste le parti salienti riguardanti l'Inter e non solo.
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Montella: “Barella campione, Conte dà identità forte. Superlega? Meglio così”
Le parole dell'ex centravanti e oggi allenatore: "Antonio dà una forte identità alle sue squadre. Assumendo lui, sai quello che prendi"
Pirlo è stato lanciato come ragazzo tra gli allenatori. Dà fastidio?
«Per niente. Anche io quando arrivai alla Roma avevo lavorato solo con i Giovanissimi. Ogni percorso è diverso. Evidentemente la Juve ha valutato che la persona fosse in grado di allenare. E Andrea ha pensato di essere pronto a farlo. Sui risultati, che dire? La Juventus quest’anno aveva delle lacune nell’organico. Questo può spiegare anche le difficoltà di Pirlo».
Merito anche di Conte, che ha idee diverse dalle sue ma sta vincendo lo scudetto.
«Ma guardi che ha Antonio dà una forte identità alle sue squadre. Assumendo lui, sai quello che prendi».
La Nazionale invece sembra in buone mani con il suo amico Mancini.
«Roberto è stato bravissimo in un momento particolare. Ha saputo valorizzare dei giovani interessanti ottenendo risultati rapidi, che di solito raggiungi solo con calciatori esperti nelle squadre di club. Aveva materiale, per carità, ma lo ha anche cercato: pensate a Zaniolo, che ha convocato prima che debuttasse in Serie A».
Forse all’Italia manca un Dieci.
«Fino a un certo punto. Il ruolo del 10 è cambiato, i trequartisti sono pochi e spesso si inseriscono negli schemi. De Paul ora gioca interno, per dire. Nella nostra Nazionale c’è Barella: non è Baggio ma ha caratteristiche da campione. Lo stesso Locatelli è giovane ma sta giocando come un veterano».
Ha visto che farsa la Superlega?
«Lo sport è divertimento. Se non c’è competizione al cento per cento, manca un piede della sedia. Capisco che i giovani preferiscano vedere in tv Real Madrid-Juventus perché sono abituati alla Playstation. Ma bisogna valutare chi c’è dietro, i sogni e la poesia di chi aspira ad arrivare con la fatica. E’ meglio che sia finita così. Meglio per il calcio».
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