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Il 2 maggio è il giorno dei campioni. Domani Luisito Suarez Miramontes compie 80 anni. Fabio Monti lo racconta così sulle pagine del Corriere della Sera: «Il galiziano, nato in una piccola via del quartiere Hercules di La Coruña. A volere Suarez all’Inter, con un pressing senza sosta, è Helenio Herrera, che con lui ha vinto due volte la Liga nel Barcellona (davanti al Real); Angelo Moratti si fida del mago e lo accontenta, versando al Barça 225 milioni di lire, utilizzati dal club blaugrana per completare le tribune del Camp Nou. La firma del contratto avviene il 1° giugno 1961, il giorno dopo aver perso, non si sa ancora come (quattro pali), la finale di Coppa dei Campioni: Benfica-Barcellona 3-2. Nel cuore dei tifosi prende subito il posto di Angelillo, ma non tutto fila liscio all’inizio, causa un brutto infortunio nella partita con il Colonia: segna due gol, ma un tackle da dietro lo mette fuori causa. Dopo aver rischiato l’esonero nell’estate 1962, Herrera capisce che non può più sbagliare. Nasce la Grande Inter. Le chiavi della squadra di Herrera sono nelle mani di Luisito, che fa girare il mondo nerazzurro senza mai sbagliare un colpo. Nel suo cuore c’è soprattutto il 3-1 al Real, nella finale di Coppa Campioni a Vienna (27 maggio 1964): «Non ho mai visto un uomo felice come il presidente Moratti quella sera», quando aveva rimproverato i compagni «perché guardavano con ammirazione gli avversari, da Di Stefano a Puskas e nessuno sembrava pronto per giocare».
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