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Dalle pagine del Corriere della Sera Fabio Monti analizza in modo impeccabile la genesi e l'evoluzione dell'operazione commerciale messa in piedi dall'Inter con un'importante azienda cinese:
«La svolta di mercoledì notte (accordo con società cinese, ndr) è stata una scelta meditata e preparata nel tempo. Se Madrid è stato il punto più alto dell’era morattiana, il presidente ha lavorato in questi due anni per cercare di dare una stabilità al club, sapendo che non era più possibile andare avanti come in passato. Quello che ha cercato Moratti in questi due anni di lavoro è stato un tipo di gestione che fosse sostenibile per il presente e per il futuro: in un club con i conti a posto, sarebbe stato più facile trovare un azionista di minoranza che potesse portare capitali freschi, in parte da reinvestire, per mantenere la squadra comunque competitiva.
Tutto questo in parallelo con la necessità non più differibile di costruire uno stadio di proprietà, un progetto che Moratti coltiva dal 1995 e che aveva pensato di concretizzare già nel 2005, ma che poi, per tanti motivi, era stato differito. Moratti ha cercato differenti soluzioni, guardando soprattutto ad Oriente. La Cina è stato lo sbocco naturale. Conseguenza diretta anche dell’apertura degli Inter Campus, che ha lasciato un segno profondo nel mondo calcistico cinese.
Mercoledì sera tutto è stato definito: cessione di una quota azionaria e avvio del progetto per lo stadio di proprietà entro il 2017.È un passo di forte significato, che può garantire un futuro stabile al club, chiamato a ripartire forte, dopo quanto accaduto nell’ultima stagione. Così comincia la terza fase della presidenza Moratti, con l’obiettivo di riportare la squadra ai vertici, ma su altre basi, in linea con la situazione del Paese e con le regole di un calcio che sta cambiando. La vittoria di Spalato può essere l’inizio della stagione del rilancio, per la squadra e per la società».
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