ultimora

Monti (CorSera) e la “saudade”: «Ma Moratti non era meglio? Nei primi sei mesi…»

Lorenzo Roca

Dalle pagine del Corriere della Sera Fabio Monti palesa la sua saudade nei confronti del presidente Massimo Moratti: «Non si può dire che la popolarità di Massimo Moratti sia in discesa, ora che dell’Inter non è più il...

Dalle pagine del Corriere della Sera Fabio Monti palesa la sua saudade nei confronti del presidente Massimo Moratti: «Non si può dire che la popolarità di Massimo Moratti sia in discesa, ora che dell’Inter non è più il presidente operativo. Lo si è notato in questo fine settimana dall’accoglienza avuta sabato a Latina e ieri a Firenze, dove è stato premiato («una vita per lo sport), al torneo intitolato a Niccolò Galli. Può essere che qualcuno fra i tifosi nerazzurri cominci a chiedersi se sia stato davvero un passo verso il futuro il passaggio della maggioranza del club a Thohir. E se non sarebbe meglio tornare in fretta alle origini. Ipotesi che lo stesso Moratti ha dribblato.

 I contatti fra l’azionista di maggioranza e quello di minoranza sono continui; si erano sentiti sabato, prima dell’esternazione di Latina sul «risanamento» della società, perché Moratti voleva che il primo a sapere quello che pensa della questione fosse proprio Thohir; si sono sentiti anche ieri mattina, «anche perché fra noi c’è un rapporto di grande simpatia». Rivisitare la presidenza Moratti in chiave storica è un modo per osservare quanto il suo modello appaia distante rispetto a quello di Thohir e soprattutto del suo entourage.

Nei primi sei mesi (febbraio-agosto 1995), Moratti aveva onorato gli impegni presi con Pellegrini, con soldi suoi; aveva reperito uno sponsor di grande prestigio (la Pirelli); aveva riorganizzato la società e rifatto la squadra, partendo da Zanetti, Ince, Roberto Carlos e Ganz. Ora all’Inter si naviga a vista. Dopo sei mesi di lavoro e un centinaio di vertici economico-finanziari con istituti di credito di mezzo mondo, non è ancora arrivato il finanziamento da 230 milioni, che servirà a mandare avanti la società e a liberare le garanzie bancarie dello stesso Moratti, operazione che continua ad essere rinviata di mese in mese (tra un po’ è un’altra volta Natale)».