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Mario Monti del Corriere della Sera sulla decima vittoria consecutiva dei nerazzurri, che a Belgrado conquistano in anticipo la qualificazione ai sedicesimi di Europa League:"È un’Inter da dieci. Non è un voto, ma pura aritmetica. Il 3-1 con il quale i nerazzurri hanno vinto in casa del Partizan, bissando quello di Torino, assicura il passaggio ai sedicesimi di Europa League con due giornate di anticipo, ma rappresenta la decima vittoria consecutiva in trasferta dall’inizio della stagione e il decimo di seguito tutto compreso, una striscia iniziata il 26 settembre a Verona. I nerazzurri hanno risolto tutto nella ripresa, con doppietta dell’implacabile Palacio e tris di Guarin, prima di incassare a giochi fatti la rete di Tomic: con la qualificazione in tasca, ora si giocheranno in casa del Rubin il primo posto nel girone, che offre consistenti vantaggi nel sorteggio. La partita ha dato l’immagine di un’Inter solida nelle difficoltà, che sa gestire la situazione quando la palla è dell’avversario per cogliere l’attimo nel quale colpire e far male. È stata una gara che ha restituito il clima di un calcio anni Sessanta, con i tifosi del Partizan sempre in piedi, saltellanti e ondeggianti, nonostante lo stadio ristrutturato abbia tutti i posti a sedere, con cori oscillanti fra «Bella Ciao» e «Bandiera rossa». Stramaccioni è passato dal tridente di Torino ad una sola punta (Livaja), con l’aggiunta di Cambiasso in mezzo al campo, una mossa quasi obbligata vista la necessità di preservare le punte per il campionato e non legata al fatto che la squadra sia andata in campo sapendo che sarebbe bastato il pareggio per passare. In più ha perso subito Mudingayi (problema muscolare) e questo l’ha costretto a schierare uno degli uomini che più avevano speso a Torino (Gargano). L’Inter si è preoccupata soprattutto di controllare, cercando di limitare le ripartenze di Markovic, il talento di casa, e ha pagato le difficoltà offensive, facendosi vedere poco negli ultimi venti metri, anche perché sono mancati all’inizio intensità di gioco e i collegamenti. Un paio di percussioni esterne (Pereira e Zanetti) non hanno trovato nessuno pronto al tiro, mentre alla mezz’ora il Partizan ha avuto due grandi occasioni nello spazio di 30’’, sempre con Ivanov e sempre di testa, ma Handanovic, in serata di grande spolvero, è stato prontissimo alla respinta. Per aumentare la forza offensiva, Stramaccioni ha cambiato Nagatomo con Palacio, spostando Livaja sull’esterno. Mossa azzeccatissima. È vero che l’Inter ha rischiato di andare sotto quando Markovic ha pescato Miljkovic con un assist alla Ibrahimovic, ma il numero 2 invece di tirare ha cercato il cross, Juan Jesus ha provato in tutti i modi a fare autogol, con salvataggio di Handanovic, prima della conclusione sul fondo di Jojic. Ma è anche vero che Palacio non ha perso tempo a fare gol: sull’errore di Medo e Ivanov, Guarin è volato sulla destra e ha offerto un cross che il numero 8 ha trasformato nel vantaggio sull’errore di Petrovic. La partita è diventata finalmente vivace e divertente: il Partizan ha cercato di dare continuità ai propri attacchi, ma ha trovato Handanovic e i difensori sempre reattivi e in più si è trovato costretto a scoprirsi. Con la conseguenza che l’Inter ha raddoppiato: assist di Guarin per Palacio, che ha trovato l’angolo. L’Inter non si è fermata: Cassano ha pescato Guarin con un lancio profondo e il colombiano non ha fallito l’occasione, dopo che già ci aveva provato Palacio. Il gol del Partizan è servito a rendere meno amara la sconfitta di una squadra che era stata più brillante a San Siro".
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