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Monti (CorSera): «L’aritmetica condanna Mancini, ma il punto è un altro»

Lorenzo Roca

I numeri non sono dalla parte di Roberto Mancini, come osserva Fabio Monti del Corriere della Sera: «Siccome nel calcio i numeri sono quasi tutto, la premessa è aritmetica. L’Inter con Mazzarri ha raccolto 16 punti in undici partite (media...

I numeri non sono dalla parte di Roberto Mancini, come osserva Fabio Monti del Corriere della Sera: «Siccome nel calcio i numeri sono quasi tutto, la premessa è aritmetica. L’Inter con Mazzarri ha raccolto 16 punti in undici partite (media 1,45); quella di Mancini ne ha fatti 21 in sedici gare (media-punti 1,31). Si potrebbe osservare che con Mazzarri l’Inter è stata travolta dal Cagliari (stessi punti del Cesena) a San Siro (1-4), battuta dalla Fiorentina (0-3), sconfitta a Parma (0-2). Ma il punto è un altro. Se conta soltanto la media-punti era inutile prendere Mancini. Il primo a sapere che l’Inter non riesce a trovare costanza di rendimento, continua a commettere errori e non gioca bene è proprio lui. Però se l’Inter ha deciso di cambiare, passando da una garanzia tecnica (Mazzarri) ad un ritorno al passato (Mancini) è perché Thohir e la sua «squadra» avevano in mente di tornare in alto attraverso un nuovo progetto. Il cambio era stato un segnale forte, ma, come sempre nel calcio, senza controprova. È possibile che con Mazzarri l’Inter sarebbe arrivata terza, come ha assicurato il tecnico nell’intervista «giapponese» di due settimane fa oppure che la situazione peggiorasse».