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Il giorno dopo la sconfitta con l'Atalanta, l'Inter esce leggermente ridimensionata. I bergamaschi per quasi tutto il match hanno eseguito alla perfezione tutto ciò che di meglio sa fare l'Inter, mettendo in difficoltà i nerazzurri meneghini trovati a loro volta poco preparati in difesa. Dal Corriere della Sera, Fabio Monti ha fatto il punto della situazione: "Come l’Inter di Mourinho (18 gennaio 2009, 3-1), anche quella di Stramaccioni è caduta a Bergamo, contro un’Atalanta che ha mostrato un calcio mirabile, per intensità, velocità, concentrazione, senso del gioco verticale. È stato un brusco stop, che riporta gli interisti sulla terra, dopo dieci vittorie (su dieci) in trasferta e dieci successi consecutivi (sette in campionato) e che ne complica la classifica: la Juve è di nuovo avanti 4 punti, il Napoli insegue a 1 e la Fiorentina è a 3. In una notte, gli interisti hanno pagato tutto: le assenze (Ranocchia e Samuel su tutti), la stanchezza per la partita di Europa League, le fatiche non solo fisiche del lungo inseguimento, i ritmi diabolici imposti dalla squadra di Colantuono. Lo si è visto non tanto e non solo nelle difficoltà di opposizione alle folate atalantine, ma nella mancanza di lucidità negli ultimi venti metri, segno di una serata senza brillantezza, che ha trasformato in un problema quella che invece era sempre stata una risorsa: triangoli in spazi stretti fra gli attaccanti. L’abilità di Colantuono è stata quella di sottrarre a Stramaccioni la sua arma preferita: il contropiede,monopolizzato dall’Atalanta, anche perché nelle poche ripartenze gli interisti hanno sbagliato sempre la misura del passaggio. L’Inter è partita forte ed è andata subito sotto. Nove minuti e Giacomo Bonaventura ha corretto di testa un cross di Peluso da sinistra e ha battuto Handanovic, sorprendendo Silvestre e Juan Jesus, coppia centrale di una difesa tornata a 4 (causa assenze Ranocchia e Samuel), con Cambiasso a metà campo, insieme con Guarin e Gargano. Il risultato sbloccato ha fatto sì che le due squadre abolissero il freno, con continui cambi di scenario. L’Atalanta ha sfruttato la grande organizzazione difensiva per bloccare gli attacchi interisti quasi tutti con palla a terra, per lo sfondamento centrale e per organizzare ripartenze a cento all’ora. L’Atalanta ha giocato con due linee vicinissime e Bonaventura ha costruito la variante vincente del piano di Colantuono, perché, partendo da sinistra, ma spostandosi al centro, non ha mai trovato una valida opposizione. Così sono arrivate tre buone occasioni per il raddoppio più una palla-gol gigantesca, quando Schelotto ha pescato solo in area Denis, un’occasione più facile di un rigore, che il Tanque ha sprecato, calciando altissimo (34’). L’Inter ha costruito tre opportunità: la prima sull’errore di Raimondi, la seconda con un colpo di testa di Palacio, la terza ancora di Palacio (assist di Cassano), ma Consigli è stato sempre bravissimo e reattivo. L’Inter ha riacciuffato la partita in avvio di ripresa, con una puniz ione violenta di Guarin (11’),manon ha saputo raffreddare il gioco, per prenderlo in mano. Così l’Atalanta ha impiegato appena 4minuti per riportarsi in avanti: di fronte a un avversario mal messo in campo, Maxi Moralez, una specie di folletto imprendibile, ha sorpreso la linea interista e ha consegnato il pallone per il Tanque Denis, che non ha sbagliato. Così come non ha sbagliato dal dischetto (22’), sul rigore fischiato da Damato, per un fallo (dibattito aperto fra i moviolisti se c’era o no) di Silvestre su Moralez. Sotto di due gol, l’Inter ha smesso di giocare a calcio, cercando soluzioni (anche tattiche) improbabili o avventurose (disastroso l’ingresso di Alvarez, il migliore dell’Atalanta), che hanno prodotto il 3-2 con Palacio, ma non il 3-3, in una partita dove ogni risultato sarebbe stato accettabile, perché si è visto un calcio di combattimento fino al 49’ della ripresa".
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