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Monti (CorSera): “Tutte le date della crisi Inter, il crollo comincia il 10 maggio 2014”

Fabio Monti, nell’edizione online del Corriere della Sera, ha analizzato le difficoltà dell’Inter, individuando alcune date importanti. Questi secondo il giornalista i punti principali del crollo dell’Inter:  1) La frattura con...

Simona Castellano

Fabio Monti, nell'edizione online del Corriere della Sera, ha analizzato le difficoltà dell'Inter, individuando alcune date importanti.

Questi secondo il giornalista i punti principali del crollo dell'Inter: 

1) La frattura con il pubblico

"10 maggio 2014: l’Inter si gioca la qualificazione all’Europa League con la Lazio, a San Siro; è la serata di addio a Zanetti e agli argentini del triplete in scadenza di contratto (Milito, Samuel e Cambiasso). Mazzarri fa partire Zanetti in panchina, lo stadio fischia la scelta. È il momento della rottura fra l’allenatore e i tifosi, che diventerà sempre più profonda, creando una situazione insostenibile, nonostante la società abbia deciso di rinnovare per tempo il contratto al tecnico, in scadenza il 30 giugno 2015."

2) Vidic e la difesa

"31 settembre 2014: l’Inter esordisce in campionato in casa del Torino, con uno 0-0 che mette subito in mostra le carenze della squadra: pochissimo gioco, nemmeno un’occasione da gol, Handanovic che para un rigore procurato da Vidic.  L’ex Manchester United dovrebbe essere il leader della difesa, ma dimostra subito di avere grossi problemi ad adattarsi al campionato italiano. All’ultimo minuto viene anche espulso, per aver applaudito l’arbitro. In generale la difesa scricchiola."

3) Il crollo con il Cagliari

"28 settembre 2014: l’Inter è reduce da tre buoni risultati: 7-0 al Sassuolo, 1-1 a Palermo, 2-0 all’Atalanta. A San Siro arriva il Cagliari di Zeman, che stravince: 4-1, con tripletta di Ekdal. Si vedono tutti i difetti della squadra in un colpo solo: squadra che non corre; centrocampo che non contrasta; difesa senza protezione, esposta alle ripartenze avversarie; molti infortunati. San Siro fischia, la squadra perde all’improvviso le poche certezze che ha. Sette giorni dopo, 5 ottobre, viene travolta dalla Fiorentina. Per la prima volta la società si pone l’interrogativo del cambio di allenatore, soluzione congelata per tutto il mese di ottobre, in coincidenza con il pareggio con il Napoli e le due vittorie su rigore con Cesena e Samp."

4) Arriva Mancini

"14 novembre 2014: l’Inter crolla a Parma (1 novembre, 0-2) e vene raggiunta in 10 dal Verona (9 novembre, 2-2). Il pubblico è in rivolta contro i giocatori, ma soprattutto contro Mazzarri. Dopo cinque giorni di riflessione, Thohir dà ordine ai suoi uomini di cambiare allenatore e di puntare su Mancini: per quello che ha vinto con l’Inter e non solo, per il suo carisma, per il profilo internazionale.  Mancini, a sorpresa, accetta l’incarico, nonostante siano palesi le difficoltà strutturali della squadra."

5) Eccesso di ottimismo

"23 novembre 2014: Mancini non sa resistere al fascino del ritorno, anche se il giorno della presentazione dice. «Non avrei mai pensato di ritrovarmi qui, perché non si dovrebbe mai tornare dove si è fatto bene». È un uomo felice, e questo lo porta a credere che il compito di risollevare l’Inter sia più facile del previsto. Parla con convinzione della possibilità di raggiungere il terzo posto, ma chiede alla squadra di dare più del 100%. La squadra recepisce il messaggio, ma non ha la struttura per tener testa alle sollecitazioni del tecnico. Il pareggio con il Milan, nel derby, e la sconfitta con la Roma, dopo una partita ben giocata, danno l’illusione di una squadra in fase di risveglio, la sconfitta con l’Udinese a San Siro (7 dicembre) dimostra invece che i problemi da risolvere sono enormi: dopo un buon primo tempo, l’Inter smette completamente di giocare e subisce due gol."

6) Assenza di fortuna

"25 gennaio 2015: l’Inter comincia bene l’anno. Pareggio in casa della Juve e in rimonta, vittoria con il Genoa, 0-0 con l’Empoli su un campo difficile. Sono arrivati Podolski dall’Arsenal, Shaqiri dal Bayern e Brozovic dalla Dinamo Zagabria, ma la partita con il Torino mette in evidenza un’altra caratteristica dell’Inter: l’assenza di fortuna. Va tutto male, al di là dei demeriti della squadra: prende gol a 50” dalla fine su calcio d’angolo, con la difesa immobile. L’Inter paga errori clamorosi in difesa anche contro il Sassuolo (1-3) e soprattutto a Napoli, dove viene eliminata in Coppa Italia all’ultimo minuto e su rimessa laterale. Mancini capisce che il vento è cambiato: «È una catastrofe»."

7) Mese terribile

"1 marzo 2015: è il momento di cambiare passo per l’Inter, reduce da tre vittorie consecutive (mai successo con Mazzarri) contro Palermo, Atalanta e Cagliari. Invece va tutto storto: sconfitta con la Fiorentina, in una partita nella quale i nerazzurri avrebbero meritato lo 0-0; pareggio in rimonta a Napoli (da 0-2 a 2-2); soltanto 1-1 e in rimonta contro il Cesena; eliminazione dall’Europa League (doppia sconfitta con il Wolfsburg); sconfitta immeritata con la Sampdoria, ma pur sempre sconfitta. Mancini nel frattempo è stato costretto a cambiare sistema di gioco, passando dal 4-2-3-1 al 4-3-1-2, ma i continui rovesci deprimono l’ambiente e la squadra, che è prigioniera di se stessa e non sa più che cosa fare. Anche il gol, nonostante Icardi (15 reti), diventa un problema e non soltanto per i 15 pali colpiti. La squadra fatica a segnare e nel tentativo di farlo, scopre una difesa già fragilissima. Mancini si rende conto che la situazione è disperata, ma prova a rilanciare: «Possiamo ancora farcela ad andare in Europa League»."