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Monti (GdS): “Inter, situazione delicata ma non seria. I ragazzi della curva…”

L'editorialista della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti, prova ad analizzare il momento delicato dell'Inter

Riccardo Fusato

L'editorialista della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti, prova ad analizzare il momento delicato dell'Inter: "O capitano! Mio capitano! Ricorderete tutti – immagino – quell’epico attimo fuggente catturato in un meraviglioso film di Peter Weir… Bene: ora in piedi sulla cattedra al posto del carismatico professore impersonato da Robin Williams metteteci Maurito Icardi che si sventola le orecchie, scambiate gli immortali versi di Walt Whitman con un copione suggerito da Wanda Nara, sostituite la platea degli studenti della Welton Academy con gli intellettuali della curva nord e coglierete sino in fondo la vena di umorismo surreale, involontario purtroppo, che segna l’ennesimo psicodramma nerazzurro.Ebbene sì, cari lettori interisti, la situazione è grave ma non seria. La soluzione annunciata ieri dal club pare in linea con il livello – rasoterra – dell’intera vicenda: multa, ritiro del libro, lettera di scuse ma nessuna revoca della fascia per il capitano che ha minacciato di spedire un centinaio di sicari ai curvaioli contestatori. Il provvedimento è un cocktail analcolico che lascia tutti con l’idea di aver brindato alla vittoria delle proprie ragioni e non ubriaca nessuno, quindi è forse la prima cosa sensata a cui assistiamo da due giorni a questa parte. La marcia indietro rispetto a quanto dichiarato da Zanetti (giusto prima della partita con il Cagliari, ma si può?), «prenderemo provvedimenti, i tifosi vanno rispettati», è netta. Per fortuna. Come ha giustamente sostenuto Luigi Garlando su queste colonne, una degradazione sul campo a cortese richiesta degli ultrà avrebbe costituito un precedente gravissimo. Oltre che il degno compimento di un pasticciaccio che invece richiede un’analisi attenta e soluzioni meditate. Perché, come certe comiche di Charlot, anche questa farsa contiene verità tristi e profonde da cui il potente Zhang Jindong, che immagino non si sia fatto grasse risate in questi giorni, dovrà ripartire.Riassumo: un ragazzo di 23 anni, profumatamente pagato per inseguire un pallone in mutande e maglietta, decide che è giunta l’ora di scrivere la propria biografia. Centocinquanta pagine, un miracolo di narrativa immaginifica. Il titolo, «Sempre avanti», suona minacciosamente garibaldino ma nessuno in società ritiene opportuno o prudente leggerla in anticipo. Lo svolgimento, come sappiamo, risulta ancor più arrischiato: «Porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano sul posto» scrive il nostro eroe a proposito di chi lo aveva contestato a febbraio dopo una sconfitta col Sassuolo. Dal canto loro i ragazzi della curva, dimentichi di aver strillato chissà quante volte «devi morire», la prendono male, lo contestano allo stadio, lo minacciano sotto casa. Sorprendentemente, il resto dello stadio fischia i fischiatori lasciando sul tavolo un dubbio: quando si parla di tifosi nerazzurri offesi, a chi ci si riferisce esattamente? La società sbanda in modo abbastanza clamoroso prima di imboccare la strada del compromesso. Gli ultrà, che alla fine non sono poi così cattivi, paiono abbozzare. Lo ignoreranno, fanno sapere, e continueranno a sostenere la squadra. "

(Gazzetta dello Sport)

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