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Montolivo: “Vogliamo vincere il derby per l’orgoglio. E’ l’ultima chiamata per l’Europa…”

Il centrocampista rossonero Riccardo Montolivo intervistato dal Corriere della Sera ha analizzato il momento del Milan e il prossimo derby della Madonnina: Riccardo Montolivo, un successo nel derby conterebbe di più per invertire il trend a...

Francesco Parrone

Il centrocampista rossonero Riccardo Montolivo intervistato dal Corriere della Sera ha analizzato il momento del Milan e il prossimo derby della Madonnina:

Riccardo Montolivo, un successo nel derby conterebbe di più per invertire il trend a favore dell’Inter (che non ha mai perso le ultime 5 sfide) o per prenotare l’Europa League?«Varrebbe soprattutto per l’orgoglio: abbiamo l’obbligo di riscattare una stagione negativa. Siamo debitori nei confronti dei tifosi. Detto questo, un successo ci avvicinerebbe alla qualificazione europea».

Quanto credete al raggiungimento del quinto posto? «Recuperare 6 punti avendone 9 a disposizione è complesso. Ma battendo l’Inter andremmo a -3. Questa è l’ultima chiamata».

Cosa teme dell’Inter?«Ha giocatori forti come Palacio, Handanovic e Kovacic. E poi Mazzarri è bravo a dare un assetto alla squadra e ad adattarlo agli avversari. Mi attendo una gara bloccata; di certo l’Inter non sarà impreparata».

E il Milan è pronto a superare una big?«Abbiamo il dovere di esserlo. Con le grandi siamo mancati»

Con uno schieramento più prudente sarebbe finita in maniera diversa con la Roma all’Olimpico?«Negli scontri diretti ci è mancata la convinzione di raggiungere il risultato».

Da perno davanti alla difesa lo scorso anno ha condotto il Milan al raggiungimento del terzo posto.«È il ruolo che preferisco e nel quale penso di rendere al meglio, Poi mi adatto a tutto...».

Prandelli ha chiesto che Balotelli sia più rispettoso e sereno. «Mario deve imparare a gestire i nervi e il carattere nei momenti di difficoltà».

È vero che lo ha spinto lei davanti alle telecamere nel concitato dopo-Roma?«Nelle dinamiche di una squadrac’è una rotazione precisa per andare in sala stampa. Era il suo turno: bisogna apprezzare il fatto che ci abbiamesso la faccia dopo una gara negativa».

Visto da dentro, come sta vivendo Seedorf questo momento di incertezza?«Non è più teso del solito, solo molto concentrato».

Si è parlato parecchio del disagio degli italiani.«Io non mi sento ai margini: per minuti giocati sono tra i più utilizzati. Il gruppo non è spaccato fra italiani e stranieri, ma qualche giocatore penalizzato non è contento. La delusione è comprensibile: molti di noi inseguono quest’anno un duplice obiettivo: il bene del Milan e la convocazione al Mondiale. E Abate e De Sciglio sono due giocatori importanti anche per la nazionale».

Lei ha mai pensato di andare via nei momenti di esclusione?«Ho saltato per scelta tecnica la partita con il Napoli ma sento la fiducia dell’allenatore».

Si mormorava dell’interesse del Manchester United.«Ho letto anch’io, ma non ne so nulla».

Senza l’intervento della società non avrebbe giocato nemmeno con il Catania...«Per tutta la settimana vennischierato con le riserve, poi il giorno prima della partita Seedorf mi comunicò la scelta di farmi giocare. Manon è che, essendo il capitano, ho il diritto di essere sempre in campo...».

Come immagina il futuro del Milan?«Dobbiamo riuscire a investire le risorse in giocatori che non sono campioni ma che nel tempo lo possono diventare».

Seedorf, Inzaghi, Donadoni: quale tecnico siederà sulla panchina rossonera il prossimo anno?«Ora l’allenatore è Clarence Seedorf. Concentriamoci sulle prossime tre partite, poi la decisione spetterà alla società».

Secondo lei Inzaghi è pronto per il salto in prima squadra? «Non ho elementi per valutare, però i ragazzi della Primavera sono entusiasti di lui».