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Moratti: “Derby? Non me lo aspettavo, Inter fortissima. Mercato giusto. Lautaro stia tranquillo”

Andrea Della Sala Redattore 

A proposito di giocare, qualche calciatore inizia a essere preoccupato da certi ritmi. Lei cosa ne pensa?

“Penso che si giochi troppo, quest’anno si aggiunge anche il Mondiale per Club a una serie di competizioni già interminabili. Diventa un tour de force difficile e pericoloso, e anche da tifoso vi dico che non ci sono poi tutti questi vantaggi”.

Troppa offerta?

“Adesso siamo abituati a vedere una partita al giorno, per cui ci disperiamo quando non ce ne sono. Ma ormai non si riesce neanche più a guardare una gara per intero che si è già inconsciamente proiettati a pensare a cosa ci sarà domani. Non ci sono più né la curiosità né l’attesa, stanno venendo meno tutti quei fattori che in passato hanno regalato emozioni, anche molto forti, a centinaia di migliaia di tifosi. C’è solo la soddisfazione di avere ogni giorno una partita, tutto viene accorciato e capita, come per esempio è capitato all’Inter, di trovarsi nell’incredibile condizione di passare da squadra più forte al mondo, dopo la super prestazione contro il City, a quella più debole, dopo la sconfitta contro il Milan. Fa ridere”.

Alla lunga tutto questo sarà la rovina del calcio?

“È quasi sempre così, quando si esagera con qualcosa poi dopo finisce per mangiarsi da sola. E poi sembra tutto scritto”.

Cosa intende?

“Il calcio sta diventando troppo meccanizzato, gli stessi calciatori si concentrano sul 3-5-2, sul 4-3-3, sembrano applicarsi più su queste dinamiche che sulla vecchia idea che invece bisognerebbe prima sapere usare i propri piedi in termini meravigliosi per sfiorare e giocare la palla come si vuole, sentirla come un oggetto che più tratti bene e più ti restituisce qualcosa di splendido e sorprendente. E poi capita sempre più raramente di stupirsi”.

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