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Moratti: “Derby? Non me lo aspettavo, Inter fortissima. Mercato giusto. Lautaro stia tranquillo”

Andrea Della Sala Redattore 

Ha notato che adesso, rispetto al passato, i tifosi si interessano anche delle finanze del club?

“È vero, adesso danno anche un giudizio sull’economia della società, prima non è mai fregato a nessuno”. (Ride, ndr).

Ai suoi tempi era più difficile, si pretendeva di più.

“Sono stato io ad abituarli così, era il mio modo di intendere il ruolo. Non è colpa loro”.

Ci sono famiglie che ancora resistono ai fondi, prendendole ad esempio, si è pentito di aver venduto troppo in fretta? Forse con un altro tipo di gestione e con la maggiore comprensione dei tifosi…

“No, anzi, penso di aver venduto tardi. 18 anni sono tanti. Poi l’ambizione dell’Inter è diversa rispetto a quella di altre società. La volontà è quella di competere sempre al massimo e questo sentimento ti porta automaticamente a sovvenzionare generosamente il club”.

Ha deciso per questo di vendere?

“Sì. Non avrei potuto fare diversamente perché sono tifoso anche io e sarebbe stato troppo difficile per me mettermi sul piano di una amministrazione mirata al risparmio. Mi sono tenuto le mie perdite e la società non ne ha sofferto, ma andando avanti sarebbe stato molto più difficile per me”.

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