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Tornando all’Inter attuale, pensa possa vincere lo scudetto o li vede assuefatti dalla seconda stella?
“Con la vittoria si acquisisce una maggiore sicurezza che in certe partite può aiutarti e in altre può risultare un’ancora che ti trascina giù. Ma obiettivamente l’Inter è forte, ha 24 calciatori forti e un allenatore molto bravo. Va certamente considerata questa nuova formula della Champions, ma se riesce a resistere bene dal punto di vista fisico a questo incredibile numero di partite che abbiamo davanti, ci sono tutte le qualità per vincere ancora”.
Qual è il ricordo più bello che si porta dietro in questo bellissimo racconto di una vita legata all’Inter?
“Ai primi posti c’è l’affetto delle persone, il ricordo di quei momenti in cui le cose andavano così così e mi sono trovato sorretto, aiutato e benvoluto dai tifosi. Mi hanno fatto sentire parte integrante di qualcosa. Poi rimangono indelebili Vienna e Madrid. Quel 22 maggio la capitale spagnola era bellissima, una giornata di sole meravigliosa e poi quella partita andata via liscia così…”
Mi giro intorno e vedo Inter ovunque, in ogni cornice. Quale foto tiene abbracciata a sé più di ogni altra?
“Quella con il mio papà. Sempre”.