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Moratti: “Dissi a Galliani ‘non infierite’ e ta-tam vinco il derby. Siena, che sofferenza!”

Alessandro De Felice

18 anni di aneddoti, di gioie, sofferenze, amore e passione. Massimo Moratti, quando racconta l’Inter, si emoziona e fa emozionare gli interisti. Durante l’evento a Palazzo Cusaniripreso da TL, e trascritto integralmente solo da...

18 anni di aneddoti, di gioie, sofferenze, amore e passione. Massimo Moratti, quando racconta l'Inter, si emoziona e fa emozionare gli interisti. Durante l'evento a Palazzo Cusaniripreso da TL, e trascritto integralmente solo da Fcinter1908.it, il presidente onorario ha raccontato quella che per lui è il ricordo più bello legato alla squadra nerazzurra, la vittoria del primo derby, poi la vittoria a Siena, quella che - nell'anno del Triplete - ha regalato al suo club la vittoria del campionato: "La Coppa Campioni è certamente una vittoria importante, quella mi ricordava cose fantastiche. A volte una partita ti dà più gioia di quanto possano darti altre vittorie. E questa partita è stata il primo derby che ho fatto quando ero appena diventato presidente. Loro erano secondi in classifica noi non eravamo in grande spolvero, avevo preso l’Inter in un momento non facile, non avevamo molti punti. Ma ho avuto la fortuna che nelle prime partite è andata bene e c’era anche un derby tra queste gare dove il Milan non partiva favorito, ma centomila volte favorito. Weah  sbagliò credo l’impossibile e noi facemmo una partita di carattere ed aggressività talmente bella che vincemmo tre a uno, ma tre a uno con tanto di trionfo finale e gol di Berti. Quella partita mi rimane in mente come una gara di orgoglio e di grande dispetto anche perché gli altri erano convinti di essere fortissimi. Prima della partita avevo incrociato Galliani e gli avevo detto anche: “Mi raccomando, non esagerate, abbiate anche educazione verso il nuovo presidente”. E loro: “Si, si, si”, convintissimi di vincere e ta-tam invece abbiamo fatto una vittoria meravigliosa per cui mi sentivo veramente felice (ride.ndr). E questo può essere un ricordo molto più piccolo rispetto a tutto quello che abbiamo vinto in quei cinque anni, ma questo mi è rimasto in mente".

RICORDI - In quel derby segnò anche Seno. E’ una grandissima persona. Prima di quella partita mi ha chiamato Bianchi dicendomi che non poteva giocare, anche il dottore lo diceva. Gli abbiamo detto di non giocare perché rischiava. Lui si è impuntato dicendo che si sentiva bene, è stato il miglior in campo, ha fatto un gol, ha fatto una partita incredibile, un eroe, davvero, ha giocando sapendo di rischiare. lo ammiro tanto per quello che ha fatto. Bianchi poi aveva una speciale antipatia per Berlusconi e per caricarli disse qualcosa ai giocatori, qualcosa di irripetibile (ride.ndr), che erano entrati in campo come dei leoni, aveva un caratteraccio, E’ un personaggio un po’ speciale, ma sapeva caricare i suoi uomini specie nei derby.  

PERCHE' PER NOI NIENTE E' MAI NORMALE - "Poi c’è la partita a Siena, quella del triplete, è stata una partita di grande sofferenza, ma lì abbiamo vinto il campionato, non è una cosa da poco e anche lì è stata la sofferenza, è quella che porta alla grande gioia. Madrid è stata una grande vittoria finale, siamo riusciti a raggiungere ed era la cosa più importante, ma non abbiamo sofferto, è stata una festa, una serata nella quale Mou ha dimostrato di essere un grande allenatore perché sfide del genere non le perde mai. La grande sofferenza di cui posso essere accusato era stata a Siena perché loro hanno giocato come se fosse una finale ed era andata già in B. Poi c’è stato il coronamento con la Champions. E’ un fatto personale, a volte da una grande sofferenza hai una grande gioia".