Oltre all'intervista concessa ai microfoni di Tuttosport, Massimo Moratti, ex patron dell'Inter, ha parlato anche con Repubblica. Tra i tanti temi affrontati, ovviamente, la finale di Europa League di venerdì sera: «Se l’Inter gioca come nel secondo tempo dell’altra sera, contro il Siviglia sarà una partita bellissima. C’è una attesa che mi ricorda molto la sfida con il Bayern: anche allora c’erano molti più timori per l’esito della semifinale. Vincere in questo modo dà una carica pazzesca, sono partite che ti fanno fare un grande salto di mentalità».
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Ancora Moratti: “Lukaku utilissimo, Lautaro straordinario. Conte penso resti. E venerdì…”
L'ex patron ha parlato anche ai microfoni di Repubblica
Presidente Moratti, il vento fa il suo giro e ora la sua Inter può alzare di nuovo una Coppa, come lei dieci anni fa. Ci credeva?
«Inutile negare che c’era fiducia, eravamo tutti convinti che si potesse fare. Anche se contro lo Shakthar era una partita sulla carta meno facile di quanto dica il risultato. Non mi aspettavo da parte loro un gioco così lento. Però, merito a Conte che l’ha ben preparata e non li ha fatti giocare».
Ma, dica la verità, se lo aspettava dopo la delusione della Champions prima e poi del campionato dove l’Inter sembrava destinata a fermare il record di scudetti della Juve?
«Il lockdown ha cambiato tutto. In campionato sono ripartiti tutti alla pari ed è andata come è andata. Ma le coppe assomigliano di più a un torneo estivo in cui ognuno ci è arrivato a suo modo. Ho visto Barcellona e Manchester City, inspiegabile quello che è accaduto. Pareva quasi non ce la mettessero tutta. L’Inter, in effetti, è sembrato non facesse fatica e sta giocando molto bene».
La coppia Lukaku-Lautaro sta facendo la differenza. Sul belga, all’inizio c’era molto scetticismo. Anche da parte sua?
«È vero, all’inizio non aveva molto convinto. Ma ha dimostrato di essere un calciatore intelligente, che sa giocare per la squadra. E poi è migliorato tantissimo, anche tecnicamente. Con i mesi è emersa tutta la sua utilità. E poi c’è Lautaro che fa cose straordinarie».
Da quando non si parla più del suo trasferimento al Barcellona è tornato protagonista.
«Non saprei dirlo. Di sicuro ha un potenziale enorme. Il movimento che fa sul primo gol è da grande giocatore».
Può essere che la sfuriata di Conte dopo la partita contro l’Atalanta abbia scosso l’ambiente? Ai suoi tempi glielo avrebbe consentito?
A questo punto Conte rimane senza se e senza ma?
«Penso proprio di sì (ride, ndr). Come tecnico non si può discutere, è proprio bravo, come si fa a sostenere il contrario? Dicono che è antipatico? Conte ha un suo carattere, ma gli allenatori non sono mai troppo simpatici. E per esperienza so che quello che conta per l’allenatore è il rapporto con il presidente».
Oltre che per il campionato, rimpianti anche per l’eliminazione ai gironi di Champions? Un’Inter così in questo torneo avrebbe detto la sua, non crede?
«Magari quell’eliminazione è servita per cambiare. Dopo queste vittorie, comunque vada a finire, sono sicuro che l’Inter ha finalmente compiuto quel salto di mentalità che sarà fondamentale per tornare ai vertici europei».
Cosa manca per tornare in pianta stabile tra i top?
«Qualche giocatore. Maggiore classe a centrocampo, maggiore sicurezza nei propri mezzi. Ma una finale darà grandissima fiducia a tutti quanti».
Quanta voglia ha di tornare a San Siro? Magari in un impianto nuovo?
«Molta. Sul nuovo San Siro non saprei. Avranno fatto i loro calcoli, perché si tratta di un impegno economicamente notevole e dopo il lockdown molte cose sono cambiate. Certo che dopo aver vissuto così tante emozioni in quello stadio bisogna proprio voltarsi dall’altra parte e convincersi che sia giusto e vantaggioso farne uno nuovo».
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