Mourinho sarà arrabbiato più con se stesso o con la dirigenza giallorossa?
«Lui è un professionista serio e sarà arrabbiato con se stesso per non essere riuscito a fare ciò che voleva. Ma credo che abbia anche le ragioni per avercela per l’esonero».
Detto da un ex presidente, è un concetto forte...
«A me è capitato di mandarne via tanti, di allenatori. Ma l’esonero di Mourinho mi dà molto dispiacere, proprio perché conosco com’è lui».
Eppure lui stesso aveva detto di non essere Harry Potter e non avere soluzioni magiche. Che attenuanti ha?
«La difesa non ce l’aveva più, ha avuto grossi problemi anche a centrocampo. E poi l’attacco, con Dybala che si fa male ogni 5 minuti e Lukaku al primo anno a Roma».
La sua Roma avrebbe potuto fare di più da qui alla fine del campionato?
«Non credo che fosse così semplice, proprio per gli infortuni. Ma non solo per quello. La mentalità, ad esempio, la si costruisce con il tempo. In squadra c’erano tanti giovani, si era cambiato parecchio. La squadra era in parte in prova, non era di certo un compito facile quello dell’allenatore. Non trovo uno scandalo che i punti conquistati fossero solo quelli».
Però la distanza dalle aspettative era notevole...
«Certo, senza dubbio. Se si guarda alle ultime partite, sono arrivate diverse sconfitte».
Ha già avuto modo di parlargli?
«Non l’ho ancora sentito, perché in questo momento non servono telefonate consolatorie.
Ma mi farebbe piacere sentirlo e credo proprio che lo chiamerò».
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