L'Inter viaggia verso mani cinesi, alla fine di un percorso che il Giornale di oggi paragona a una partita a poker tra Erick Thohir e Massimo Moratti che, cominciata a gennaio, adesso ha più di 600 milioni sul piatto: «Un all-in che mette sul tavolo l’Inter e un futuro di nuovo tra le big del calcio mondiale. Thohir insomma si è deciso: venderà la squadra che quasi tre anni fa ricevette da Moratti per rimettere a posto i conti e ne uscirà da vincente, dopo aver messo in sesto entrate ed uscite del bilancio e portando a casa più di quello che ha versato. E vince anche Moratti, che ha lavorato per trovare una soluzione possibile dopo che il suo socio aveva manifestato incertezze nel proseguire l’avventura. Così, dunque, ecco Suning, il gruppo di elettronica con sede a Nanchino pronto a rilevare l’Inter: all’inizio fino al 70%, poi chissà. Con un finale, forse, a sorpresa. Riepilogando. A gennaio Erick comunica a Massimo che i suoi conti non tornano più e che il futuro riserva altre spese. Troppe. In pratica: «Mi ricompri un po’ di quote?». L’ex patron risponde che non è il momento di parlarne e intanto comincia a lavorare a un piano B. A febbraio arriva improvvisamente il rinnovo della sponsorizzazione con Pirelli (a maggioranza cinese, garante Marco Tronchetti Provera) e mentre Thohir giura che non sta pensando di cedere, dall’Indonesia l’imprenditore Entong Nursanto - numero uno del locale Inter Club all’avvento di Thohir dice: «Lo conosco bene, s’è stufato. E se ne vuole andare». Seguono ovvie smentite, intanto però Moratti cerca appoggi: in Cina tramite Pirelli e in Kuwait, dove la famiglia milanese è di casa. Erick invece si rivolge a Goldman Sachs per cercare nuovi liquidi da immettere in società ed è a questo punto che appare il nome di Suning, ufficialmente interessata alla minoranza, il 20%. Ma c’è dell’altro. Perché mentre la squadra comincia la discesa fuori dalla zona Champions, la trattativa va avanti su altri fronti. In Cina dicono che il gruppo Suning non sia affatto sconosciuto a Pirelli, ovvero al gruppo ChemChina. E dunque a Tronchetti Provera e quindi a Moratti. Ma comunque sia, Thohir tratta su ben’altre basi: la maggioranza della società. La partita è al culmine, il piatto è pieno: l’ultima mossa è adesso».
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Moratti-Thohir-Suning, partita a poker durata 6 mesi. Ora l’ultima mossa
L'Inter viaggia verso mani cinesi, una partita a poker tra Erick Thohir e Massimo Moratti che, cominciata a gennaio, adesso ha più di 600 milioni sul piatto
(giornale)
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