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Francesco Moriero è stato intervistato da gianlucadimarzio.com ed ha ripercorso la sua carriera all'Inter, soffermandosi su Recoba e sull'anima sudamericana della squadra.
Ecco le sue parole: "Il Chino? Arrivò giovane in Italia, era un ragazzetto che fece subito simpatia a tutti. Lo avevamo preso sotto la nostra protezione perché, oltre ad essere un giocatore che aveva grandissimi numeri, era un bravissimo ragazzo, molto più piccolo di noi e questo ci spingeva a cullarlo tantissimo. Il Chino era bello da vedere in qualsiasi contesto, faceva dei numeri impressionanti. Appena iniziava l’allenamento metteva la palla a centrocampo e calciava a freddo in porta a 200 km/h, per poi continuare quando tutti andavano a fare la doccia. C’aveva questo tiro impressionante e molto preciso".
Sulla squadra: "Avevamo un’anima sudamericana e come sarebbe potuto essere altrimenti con Ronaldo, Simeone e Zanetti in squadra. Era un gruppo che non ti metteva tensione perché nella loro cultura il calcio è divertimento e proprio per questo motivo Recoba entrava tranquillo in campo e convinto dei propri mezzi. Non doveva dimostrare nulla perché faceva parte del gruppo e sapevamo quanto valeva. Era uno dei nostri. Venezia? Giocava poco, perché davanti aveva giocatori del calibro di Ronaldo prima, e Baggio e Vieri dopo. Decise di andare a Venezia e secondo me fu un’ottima decisione perché quell’esperienza gli permise di crescere".
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