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Repubblica – Inter, la mossa di Marotta un assist ai calciatori. Ma sorge un cattivo pensiero

Fabio Alampi

L'ad nerazzurro dice no alla ripresa degli allenamenti collettivi

L'Inter, per bocca dell'ad Beppe Marotta, ha detto no alla ripresa degli allenamenti collettivi a partire da lunedì: troppi punti critici evidenziati nel protocollo fissato dal Governo, impossibile seguire i dettami alla lettera. Una tesi, quella nerazzurra, sostenuta anche da numerosi altri club di Serie A, il che alimenta ulteriori dubbi sulla ripresa delle competizioni. Così scrive La Repubblica:

"L'ad dell'Inter, Giuseppe Marotta, ieri in una assemblea informale dei club di Serie A, è salito sull'Aventino della quarantena obbligatoria per allenarsi. [...] L'Inter lamenta anche il problema del reperimento dei tamponi: irreperibili in Lombardia per tutti i membri dello staff (e con difficoltà per i soli giocatori). Ma soprattutto la mossa di Marotta è un assist proprio ai calciatori, che da settimane fanno muro respingendo l'idea di restare reclusi due settimane".

GLI ALLEATI E UN DUBBIO - "Sulla posizione dell'Inter, si sono subito schierati molti club, dal Milan all'Atalanta, dal Napoli alla Fiorentina fino alle due genovesi e al Verona. Ma anche Torino e Udinese di Cairo e Pozzo, «ultrà» del non giocare più. Appena 24 ore dopo il voto unanime con cui la Lega di Serie A chiedeva di ripartire con il campionato il 13 giugno, il vento è già cambiato e il timore dei vertici del calcio italiano è proprio che la mossa celi un intento: non tornare a giocare. Un cattivo pensiero sostenuto da una domanda: perché altrimenti sollevare dubbi adesso su un punto inserito già nel protocollo di aprile?".