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Josè Mourinho a 360 gradi. Come vive, come lavora, cosa pensa. Il portoghese si è raccontato a Cadena Ser e as.com ha riportato l’intervista. Noi di fcinter1908.it ve ne proponiamo alcune parti.
LA SECONDA E’ QUELLA BUONA - Si prepara alle vacanze lo Special One che ha già dato appuntamento ai suoi per l’undici luglio. Voci e chiacchiericci da bar lo volevano lontano dalla Spagna, ma lui è rimasto con la consapevolezza che le cose migliori gli escono sempre alla seconda stagione: “Non so se succederà anche a Madrid – dice – ma è stato così con il Porto, con il Chelsea e con l’Inter. Abbiamo vinto la Coppa del Re quest’anno e dobbiamo cercare di migliorare magari vincendo il campionato, arrivando in finale di Champions e replicando nella coppa nazionale”.
VALDANO GOOD-BYE - A lui Florentino Perez si è affidato completamente chiedendo a Valdano di lasciare il club: “Ma non ho più potere di prima, la società sta cercando un nuovo modello, io non cerco il potere, ma l’empatia, la cooperazione. Valdano? Le sue dimissioni sono state un momento triste per chi ha lavorato con lui, ma io non sono un’ipocrita io sono felice così e non ci vado ad un incontro chiarificatore: le decisioni sono state studiate e discusse, non di torna indietro. La vita va avanti per me e per lui. Gli auguro ogni bene”, sostiene.
NO MOU, NO PARTY - Le critiche non lo preoccupano: “I tifosi sono importanti – spiega – e io devo regalargli delle vittorie, è il mio lavoro. E se per vincere dovrò danneggiare l’immagine che hanno del Real, lo farò. Gli arbitri? Ho fatto ricorso contro la decisione del Uefa e andrò al Tas perché voglio la verità, io devo e posso difendermi. Sono un allenatore campione d’Europa, ho vinto in quattro paesi diversi, sono stato il primo a vincere il pallone d’oro, mi difenderò, ne ho il diritto”.
BARCELLONA – Ha lavorato con i blaugrana per qualche anno. “Adesso è una società diversa – continua Mou – non ho detto mai che non mi è piaciuto lavorare con loro. Guardiola? L’ho conosciuto come giocatore e ora è una persona diversa che non conosco molto bene. Il Barça ha vinto la finale perché l’ha meritata, ma in semifinale non ha fatto molto bene”.
FELICITA’ – Un elemento imprescindibile, ecco perché il portoghese promette che resterà a Madrid solo fino a quando ci saranno sentimenti reciproci di stima. “Siamo una squadra dal grande futuro, possiamo migliorare tanto”, sottolinea. Poi arrivano i nomi: “Aguero? Un giocatore fantastico, davvero. Ma è dell’Atletico Madrid. Sahin? Hanno detto che è stato il migliore della scorsa Bundesliga, crescerà ancora tanto. Higuain e Benzema sono cedibili? Noi vogliamo tenerli. Adebayor? Vuole rimanere con noi e questo è quello che conta. Kakà? Ha un contratto lungo e speriamo e crediamo che possa essere recuperato”.
MOU-SO GRIGIO – Chi ha giocato per lui lo rifarebbe milioni di volte. “Parlano tutti bene di me? Non proprio tutti. A me piacciono i calciatori con cui si può parlare di futuro, quelli onesti, che posso trattare con affetto e rimproveri, divento per loro un fratello maggiore, un padre, un amico”. Forse sarà tutto merito dei suoi capelli bianchi? “Questione di dna – conclude l’allenatore – anche mio nonno, a 40 anni, aveva i capelli bianchi e mio padre, lo stesso. E’ la domanda preferita dai bambini, mi chiedono sempre se sono brizzolato per colpa del calcio…”.
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