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Mou papà  romantico: lettera aperta al figlio per l’ultima del Chelsea in casa

Il pareggio casalingo, per 0-0, contro il Norwich terzultimo in classifica, ha praticamente sancito la fine del sogno Premier League per il Chelsea di Josè Mourinho. Le speranze di vittoria dei blues sono ridotte all’osso: per l’ex tecnico...

Dario Di Noi

Il pareggio casalingo, per 0-0, contro il Norwich terzultimo in classifica, ha praticamente sancito la fine del sogno Premier League per il Chelsea di Josè Mourinho. Le speranze di vittoria dei blues sono ridotte all’osso: per l’ex tecnico nerazzurro la stagione, con ogni probabilità, finirà senza trionfi, come tuttavia il portoghese ha sempre predicato da inizio anno.

Ieri il vate di Setubal, nonostante il bruciante ed inaspettato pareggio, si è reso protagonista di un gesto che racconta più il Mourinho padre che il Mourinho allenatore. Nel corso dell’intera stagione, infatti, il figlio quattordicenne Josè Mario Jr. è stato al fianco del papà in ogni partita, tanto da essere soprannominato come "il piccolo assistente” di Mou. Il ragazzino, seduto sempre qualche fila dietro la panchina, in diverse occasioni è stato inquadrato a festeggiare un gol della squadra dalla tribuna. Questo non è stato il caso di domenica, visto il pareggio a reti inviolate andato in scena allo Stamford Bridge, ma per l’ultima partita stagionale nello stadio di casa del Chelsea, Mourinho ha trovato comunque un modo per ricordare l'attaccamento al figlio.

Nel programma della giornata finale della stagione, infatti, lo Special One ha incluso una lettera aperta dedicata proprio a Jose Jr., quel bambino che tanti tifosi interisti ricorderanno per averlo visto in campo assieme al padre nella magica serata di Madrid (22 maggio 2010). Queste le sue parole: “So che questo spazio è fatto per comunicare con voi fan, ma uno di voi è anche mio figlio. Voglio dirgli grazie per essere con me in ogni secondo di ogni partita, pochi metri dietro di me, voglio dirgli grazie per saltare e festeggiare ad ogni gol della squadra, e per essere ferito e dispiaciuto in ogni momento difficile. Grazie, ragazzo, per essere mio figlio. Ogni volta che ti guardo, io vedo te, ma vedo anche tua sorella e tua madre, a casa ma comunque assieme a noi, in attesa di ritornare da loro ed essere ciò che siamo, ossia una famiglia straordinaria così come lo è il Chelsea, una famiglia stupenda che si sostiene a vicenda”.