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Mourinho: “Ibra? Ecco cosa dissi a Branca. Moratti? Gli ripetevo Wes, Wes, Wes tutti i giorni”

Andrea Della Sala

Lo Special One racconta alcuni retroscena delle trattative di mercato dell'estate 2009 che portarono all'Inter Eto'o e Sneijder

José Mourinho, tecnico dell'Inter del Triplete, racconta alcuni retroscena delle trattative di mercato dell'estate 2009 che portarono all'Inter Eto'o e Sneijder a La Gazzetta dello Sport:

E a fine luglio, a Boston, avrebbe detto addio a Ibrahimovic.

«Ma il casino successe prima, a Pasadena, il giorno dell’amichevole contro il Chelsea. Tormentone da giorni: “Ibra va al Barcellona, non va al Barcellona”, lui da superprofessionista quale è giocò 45’, ma poi nello spogliatoio disse: “Vado, devo vincere la Champions”. I miei assistenti italiani erano morti - “Senza di lui sarà impossibile vincere” - i compagni non volevano perderlo. Ero preoccupato anche io, ma mi uscì così: “Magari tu vai e la vinciamo noi”. Ero stato un po’ pazzo, ma nello spogliatoio cambiò l’atmosfera. Poi dissi a Branca: “Se lui vuole andare a Barcellona, cerchiamo di prendere Eto’o”. Lui e Milito tatticamente potevano dare una diversità alla squadra».

L’altra diversità la diede Sneijder?

«Diversità tattica. Serviva qualcuno che legasse il centrocampo a due attaccanti dalla mobilità tremenda, lui era perfetto. A un certo punto non ci speravo più, ma la prima opzione era lui e Branca mi disse: “Non mollare, facciamo insieme pressione su Moratti”. Da quel giorno chiamai Moratti tutti i giorni: “Serve Wes, Wes, Wes”».

E scatenò l’inferno per fargli giocare subito il derby, senza un allenamento con la squadra.

«Sfinii il team manager Andrea Butti, l’uomo che fa succedere l’impossibile: “Il transfer: deve giocare”. Poi andai da Wes: “Giocheresti?”. Nei suoi occhi non vidi sorpresa o paura: “Gioco, e quando sono stanco esco”. “Questo ha le palle, è uno di noi”, mi dissi. La domenica derby, 4-0, storia».