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Mourinho: “Prima vincevo per me. Mi sono basato su amore, empatia e rapporti umani”

Eva A. Provenzano

L'allenatore della Roma ha parlato della sua carriera e del suo rapporto con Dio in un'intervista a L'Osservatore Romano

In un'intervista speciale rilasciata a L'Osservatore Milano,José Mourinho ha parlato della sua carriera: «Percepisco la mia evoluzione come persona. Per molti anni ho voluto vincere per me stesso, mentre adesso sono in un momento in cui continuo a voler vincere, ma non più per me, ma per i giocatori che non hanno mai vinto, voglio aiutarli», ha sottolineato l'allenatore della Roma».

Nella chiacchierata con il cardinale Tolentino, il tecnico portoghese ha aggiunto: «Il filosofo Manuel Sergio mi ha influenzato molto. Nel senso che ogni persona è diversa dall'altra, in questo caso ogni calciatore è diverso dall'altro. Io sono riuscito a lavorare bene basandomi su qualcosa di estremamente semplice: amore, empatia e rapporti umani. Ho raggiunto risultati inimmaginabili per me che mi consideravo molto impreparato dal punto di vista tecnico, basandomi esclusivamente sui rapporti umani». 

E sul Papa ha detto: «Per me è una fonte di ispirazione e quando dice che la guerra è un fallimento dell'umanità, dei politici, la penso esattamente così. Anzi, penso che sia un fallimento umano prima ancora che politico. È un fallimento brutale, è la perdita dei principi o il loro mancato sviluppo, è l'evoluzione del pensiero umano verso la direzione errata».

Nella lunga intervista concessa al quotidiano de La Santa Sede, Mou ha anche parlato del suo rapporto con Dio: «Parlo con Lui e finisco sempre per dire: la mia famiglia è più importante di questo. Dammi un aiuto se hai tempo... ma se la scelta dovesse essere tra questa partita e il benessere delle persone che amo, non ci pensare due volte...».