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M.Paganin: “L’Inter è la squadra che mi emoziona. Il mio rammarico più grande è…”

151 presenze e due reti, difensore, classe 1970, vicentino, Massimo Paganin rimane ancorato alla sua terra, identico a com’era quando giocava. Ma ha assaporato anche la vita nel mondo e non per motivi legati al calcio. “Dopo...

Francesco Parrone

151 presenze e due reti, difensore, classe 1970, vicentino, Massimo Paganin rimane ancorato alla sua terra, identico a com'era quando giocava. Ma ha assaporato anche la vita nel mondo e non per motivi legati al calcio. "Dopo l'Inter sono andato prima a Bologna, poi a Bergamo, alla Sampdoria, al Vicenza, sono stato un anno a giocare ad Atene. Ho fatto il corso allenatori nel 2007, sono un allenatore professionista e poi ho fatto le mie esperienze di vita al di fuori del calcio. Sono stato in Cina e a Dubai, mi sono proprio staccato dal mondo calcistico, per poter avere un'ottica e una visione diversa. Non è sempre stato facile, ma, io lo dico sempre, noi ci portiamo dietro il nostro vissuto e più hai potuto vivere, più hai potuto vivere, più cresci se sei in grado di confrontarti con gli altri. Ho fatto sette anni fuori dal calcio, mi sono dedicato a mio figlio, adesso ha diciassette anni, gioca a calcio, avrà bisogno di me ancora per poco. L'ho anche allenato, forse l'esperienza più difficile! Negli ultimi anni ho allenato le giovanili al Real Vicenza, ho fatto la juniores nazionale, continuo a vivere a Vicenza".

Dell'Inter due ricordi su tutti, uno trionfale, uno drammatico. "Quelle novantaduemila persone in finale '94 in Uefa contro il Casino Salisburgo! E poi la finale del '97 persa contro lo Schalke. La sogno ancora di notte, penso perchè le cose non sono andate come dovevano. L'Inter è la squadra che mi fa ancora salire le lacrime agli occhi, non riesco neanche a descrivere queste emozioni. La cosa che più mi dispiace è che mentre le vivi, da giocatore, magari non riesci a capirle fino in fondo, è solo dopo che emergono".

San Siro è un grande teatro... "Mi ricordo Inter-Verona, avevamo appena passato il turno con l'Anderlecht, un giornalista aveva scritto cose un po' pesanti nei miei confronti. Nella prima parte della gara ogni pallone che toccavo mi fischiavano, San Siro è un po' particolare in questo senso, ti aiuta a crearti una scorza che poi fa di te un giocatore di calcio. Poi, visto che i fischi non riuscivano a scalfirmi, ci sono stati degli applausi, è stata una cosa fantastica, me la ricorderò per sempre. Se giochi con la convinzione necessaria, la gente cambia idea su di te".

Un rammarico c'è... "Essermene andato prima di quella stagione, l'errore che ho fatto è stato quello, andarmene nel '97. Una stagione fantastica, l'arrivo di Ronaldo, la Coppa Uefa, quel secondo posto in campionato per il rigore non dato con la Juventus. Al di là della squadra del Triplete, quella è la squadra che tutti si ricordano. Però sono errori che si fanno, è parte della vita".

Chi vince il Mondiale?"Credo il Brasile, gioca in casa, ma non c'è niente di scontato, non sarà facile, ci sono un paio di squadre sudamericane che potrebbero dargli del filo da torcere"