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Mura: “Inter ispira 3 domande e 3 risposte. Poteva pareggiarle tutte ma ha vinto. E Kondo…”

Analisi  lucida e trasparente quella che Gianni Mura offre sulle colonne del quotidiano Repubblica. L’Inter si conferma cantiere in peno svolgimento di lavori, ma ben organizzato e compatto. Una squadra con ampi margini di miglioramento che al...

Giovanni Montopoli

Analisi  lucida e trasparente quella che Gianni Mura offre sulle colonne del quotidiano Repubblica. L’Inter si conferma cantiere in peno svolgimento di lavori, ma ben organizzato e compatto. Una squadra con ampi margini di miglioramento che al momento recita il ruolo di capolista al meglio, sfruttando al meglio ogni occasione fino a questo momento presentatasi. Questo uno stralcio dell’approfondimento sui nerazzurri:

“L’Inter  a quota 12 ispira tre domande e richiede tre risposte, anche se non definitive.È da prendere sul serio? Sì, molto sul serio. Gioca bene? No, se non a sprazzi. Ma i risultati la confortano. Può migliorare? Sì, e non di poco, per parecchie ragioni. La prima, lampante, è la tranquillità. Dopo sole quattro giornate si ritrova con 8punti di vantaggio sulla Juve, 7 sulNapoli,6 sulMilan, 4 sullaRoma.

È un buon vantaggio, ovviamente non basta a garantire lo scudetto ma una serena velocità di crociera, mentre le rivali arrancano per infortuni e amalgama (Juve e Milan) o devono affrontare, non sempre azzeccandolo (vero, Garcia?), il turn over, pedaggio alla Champions, Mancini può alternare i cavalli della sua ben fornita scuderia come più gli pare. E per ora va sul sicuro. Col Chievo, tutti aspettavano Ljajic, ma non s’è visto. S’è visto, eccome, Icardi, e s’è capito quanto possa rendere, in gol, quando sarà meglio imbeccato. S’è visto un Kondogbia che promette, e sottolinea promette, di essere nell’Inter quello che Pogba è nella Juve. Ieri, a parte un intelligente lavoro di cucito, s’è esibito anche nell’assist decisivo. Poteva finire pari. Come tutte le partite vinte finora dall’Inter. In modo sparagnino ma vinte. Poteva finire pari con l’Atalanta (gol di Jovetic nel recupero). Poteva finire pari a Carpi: rigore concesso all’Inter, sempre nel finale, ma in situazione identica negato alCarpi. Poteva finire pari il derby, se Guarin non avesse sganciato quel tiro da fuori.

Dove ci porta questa breve retrospettiva? A dire che il calcio è strano, che l’Inter potrebbe avere 4 punti e mille problemi. Facciamo anche 8 punti e qualche problema. Invece ne ha 12 e i problemi può risolverli con calma. A Mancini piace il bel gioco, gli piaceva da giocatore e non può aver cambiato idea da allenatore. Sa perfettamente che non bisogna farsi abbagliare dall’en plein, che non è tutto oro quel che brilla. Infatti, e non da ieri, ha chiesto di giudicare la squadra dopo tot giornate.

Questa non è, nell’efficacia di gioco, l’Inter che vedremo a Natale o giù di lì. Brava a sfruttare le occasioni, guai a chi si distrae, ma non riempie gli occhi. Quanto a costruzione di azioni potenzialmente pericolose, il Chievo ha giocato meglio dell’Inter. Gli è mancato l’ultimo passaggio”.