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Mura: “Inter, quanto pesano le assenze. E la Juve…”

Francesco Parrone

Il giornalista Gianni Mura, nel suo ‘Il Punto’ de La Repubblica, ha analizzato l’11^a giornata di Serie A: “Sulla scia della goleada juventina tre squadre rispondono vincendo e questo rende più clamorosa, ma non illogica,...

Il giornalista Gianni Mura, nel suo 'Il Punto' de La Repubblica, ha analizzato l'11^a giornata di Serie A"Sulla scia della goleada juventina tre squadre rispondono vincendo e questo rende più clamorosa, ma non illogica, la sconfitta dell’Inter a Bergamo, sconfitta che ristabilisce le distanze che c’erano prima dell’esaltante vittoria nerazzurra a Torino. Anche questo è il bello di un campionato livellato verso il basso: può succedere, succede, che dopo dieci successi consecutivi l’Inter s’inceppi sul campo di una provinciale in grande spolvero. L’Inter aveva fuori due titolari della difesa, Ranocchia e Samuel, e s’è visto. Sulla sinistra l’Atalanta ha sfondato spesso e volentieri.

L’Inter è sempre stata costretta a inseguire e l’ha fatto con puntiglio, da squadra viva, che non ci sta a perdere. Ma l’Atalanta, grandissima, ce l’ha fatta a resistere: con le parate di Consigli, i guizzi di Moralez, gli inserimenti di Bonaventura, la ritrovata vena di Denis, che sbaglia un gol facilissimo ma due li segna. Ed è così che l’Atalanta, 20 punti fatti sul campo, si ritrova con pieno merito al sesto posto, a tirare il gruppone. Con dieci gol tra Nordsjaelland e Pescara la Juve dimostra di non risentire psicologicamente della sconfitta con l’Inter.

Non erano due partite difficili, ma la Juve le ha affrontate con lo spirito giusto. E oggi ha una certezza in più: Quagliarella. Credo che in casa Juve qualcuno abbia sottovalutato il valore di questo attaccante, che sa segnare in tanti modi e da tante posizioni. Credo sia il più indicato per fare coppia con Vucinic, anche perché entrambi possono essere, a seconda delle azioni di gioco, prima o seconda punta. Ma forse Conte non la pensa allo stesso modo. Risultati da non trascurare quelli di Napoli e Fiorentina. Anche se ha perso ancora, s’è visto il miglior Genoa da quando c’è Del Neri. Fino al 90’ era 2-2, ma il Genoa aveva finitola benzina da un quarto d’ora, il Napoli se n’è accorto e non s’è accontentato del pareggio. Bella prova di carattere. Mazzarri ha ottenuto 9 punti in più rispetto all’anno scorso e sta ottenendo il massimo, in ogni zona del campo, da Cavani, l’attaccante più difensore che ci sia in circolazione. Grandissimo attaccante, utilissimo in copertura. Fondamentale. Un grandissimo attaccante la Fiorentina non ce l’ha, e a San Siro le mancava Jovetic. Non è tanto la sua vittoria che impressiona quanto la sicurezza con cui l’ha cercata. Battere il Milan, questo Milan, non è un’impresa, già c’erano riuscite cinque squadre. L’impresa, firmata da Montella, è quella di aver dato bellezza e sostanza, in un tempo relativamente breve, a una squadra totalmente rinnovata, piena di freschezza e votata al gioco manovrato.

La Fiorentina può fare in questo campionato il cammino che fece l’Udinese l’anno scorso. Le manca l’equivalente di Di Natale, ossia chi garantisca una ventina di gol, ma intanto s’è sbloccato El Hamdaoui e il calendario è in discesa. Può darsi che a gennaio arrivi una punta di peso. Ma già così la Fiorentina può cavarsi molte soddisfazioni. La debolezza del Chievo aveva illuso molti sulla rinascita del Milan, e il gol di Pato al Malaga sulla rinascita di Pato. S'è fatto notare solo quando ha tirato altissimo un rigore.

Poteva essere l’1-1, invece è arrivato il 2-0 di Borja Valero. Che il Milan incassi due gol su azione da rimessa laterale dà l’idea di come sia malmesso. Quanto a Mexès, non si capisce perché Allegri lo preferisca a Yepes . Non ci fosse la difesa della Roma, quella del Milan vincerebbe un premio per i gol più assurdi. Goicoechea e Piris sono responsabili di due dei tre gol laziali, ma anche il gol di Lamela è un omaggio (di chi non ha visto la spinta). Era la prima volta che Zeman schierava De Rossi nella posizione che predilige Capitan Futuro.

Fu duro, invece, nel cazzotto a Mauri. Non è la prima volta che De Rossi cade in un raptus agonistico e nemmeno la seconda. Gesto che gli vale l’espulsione e l’esclusione dai convocati per l’amichevole azzurra di mercoledì a Parma. Non criminalizzarlo è giusto, ma giusto anche dire che non è il massimo lasciare la squadra in 10 quand’è già sotto di un gol, per giunta in un derby. A proposito di derby, quello di Genova sarà uno dei più mesti e tesi. Cinque sconfitte di fila il Genoa, sette la Samp".