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Mura: «Mourinho e il finto fair play. In realtà  il portoghese…»

Gianni Mura sulle pagine di Repubblica argomenta il suo disappunto per le reazioni di José Mourinho in seguito all’eliminazione del Chelsea in Champions League ad opera del Psg: «Vista in tv l’eliminazione del Chelsea, ero andato a...

Lorenzo Roca

Gianni Mura sulle pagine di Repubblica argomenta il suo disappunto per le reazioni di José Mourinho in seguito all'eliminazione del Chelsea in Champions League ad opera del Psg: «Vista in tv l’eliminazione del Chelsea, ero andato a dormire con un vago senso di inquietudine. Vanno avanti quelli che l’hanno meritato, aveva commentato Mourinho. Molto fairplay, strano. Possibile che la vicenda si chiudesse così? No, bastava aspettare. Lo hanno irritato le critiche, ma chi non ne avrebbe fatte a una squadra che si fa buttar fuori dal Psg giocando in 11 contro 10? Mou è un abbreviazione che non mi piace, Mourinho suona molto più musicale. Mou in francese significa molle, chissà se qualche titolista ci ha ricamato sopra. E comunque Mou è un duro, altro che molle. E ha risposto per le rime a tutti. Prima «ai giornalisti che scrivono sciocchezze e poi non si presentano in conferenza-stampa». Può darsi avessero di meglio da fare, ma se le sciocchezze le avevano firmate regolarmente sono a posto. Poi ai commentatori di Sky, Graeme Souness e Jamie Carragher: «Invidiosi, frustrati e dalla memoria corta». Qualcosa da dire anche ai suoi giocatori, che il pressing più riuscito l’hanno fatto sull’arbitro: «Se il club verrà punito saranno loro a pagare la multa». Adesso il vago senso di inquietudine mi è passato, ho ritrovato il Mourinho di sempre. Negare tutto, specialmente l’evidenza. Chiamare invidioso e frustrato chi osa criticarlo è una vecchia abitudine. La memoria corta è una new entry, per dirla in italiano. Peccato che lo stesso Mourinho non abbia una memoria lunga. Altrimenti, potrebbe ricordare che a Parigi il Chelsea aveva segnato con l’unico tiro in porta e che, non ci fosse stato Courtois, ne avrebbe presi tre o quattro. Come potrebbe ricordare che l’espulsione, eccessiva, di Ibrahimovic ha rappresentato un discreto regalo al Chelsea, parzialmente macchiato dalla mancata concessione di un rigore ma anche rafforzato dalla mancata espulsione di Diego Costa, che ha fatto il possibile per farsi cacciare. Osservatori certamente frustrati, invidiosi e di scarsa memoria potrebbero dire che qualcosa di meglio si poteva fare, giocando quasi 90’ con un uomo in più, ma sanno che è inutile. Se dopo questa sfida, in questa situazione, fossero andati a casa Trapattoni o Mazzarri, li avrebbero messi alla gogna».