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Napoli, Conte chiede rinforzi: tutto in 10 giorni. Il tecnico ha ribadito una cosa al club

Gianni Pampinella Redattore 
È iniziata in salita l'avventura dell'ex tecnico dell'Inter sulla panchina del Napoli

È iniziata malissimo l'avventura di Antonio Conte sulla panchina del Napoli. All'esordio in campionato, gli azzurri hanno trovato la sconfitta sul campo del Verona, un netto 3-0 che non ammette repliche. Dopo la debacle del Bentegodi, è emerso con forza la necessità di avere rinforzi dal mercato. "Il paradosso è che il mercato è solo uno dei problemi. Conte non deve incidere solo in campo, così come ha immaginato all’inizio, dovrà andare dritto al cuore e all’anima di una squadra che evidentemente non ha ancora superato lo choc della scorsa stagione: tre allenatori, un decimo posto, la disperazione di qualcuno, la voglia di fuga di altri", sottolinea il Corriere della Sera.

"Le criticità sono riemerse tutte, Conte ne ha preso atto, ma non lascia la nave in balia di onde così alte, diventa se possibile più ostinato nella sfida forse più incerta della sua carriera, dove anche lui si è messo in gioco. Senza sconti, senza vittimismo, senza paura. Senza farsi risucchiare dalla confusione, lo ha ribadito ieri al d.s. Manna nell’albergo napoletano dove poi è arrivato il nuovo acquisto Neres. Ordine e metodo, cuore e testa, la partita è più difficile del previsto: serve uno psicologo prima ancora che un allenatore. Il tempo nel calcio non è infinito: bisognerà soffrire per ricostruire, tirare da un lato e dall’altro una coperta per ora corta".

"Conte non ha bacchette magiche, si è armato di pazienza (finché ne avrà), e aspetta rinforzi. Tutto è commisurato: non grandi cose ma utili cose. I giocatori in lista di sbarco (Osimhen, Gaetano, Folorunsho e Mario Rui) non sono convocabili per scelta condivisa col club, il nigeriano — ancora bloccato — è il peccato originale da cui diventa ogni giorno più difficile affrancarsi. I 78 milioni spesi finora non sono pochi, ma soltanto una parte dell’investimento cui è chiamato il club. Serve un centravanti (Lukaku è il prescelto), un centrocampista che possa dare respiro a Lobotka e Anguissa, serve la forza della convinzione". 

"La sconfitta col Verona è una disfatta tattica figlia anche dell’appannamento mentale, dei singoli (chi più chi meno) e di squadra. Kvaratskhelia ha tenuto accesa la speranza per un tempo, poi è uscito per un colpo alla testa. Il naufragio ha dato l’input: fare presto. Conte aveva avvisato tutti: serve energia, nuova linfa. Il club deve investire ma anche incassare (Osimhen): tutto in 10 giorni. La scommessa resta in piedi".


(Corriere della Sera)