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Inter-Napoli non sarà una sfida come tutte le altre per Luciano Spalletti: il tecnico di Certaldo affronta per la prima volta il suo passato recente dopo l'addio del maggio del 2019. Un biennio in nerazzurro caratterizzato da due quarti posti e altrettante qualificazioni in Champions League, oltre che dal caso Icardi. Ci sarà grande voglia di rivincita, come scrive il Corriere dello Sport: "Inter-Napoli non sembra una partita ma sa d’altro, con un filo di narrazione asciutta che prevede pure il sapore della rivincita. E però rivista, quasi contemporaneamente, dalla collina con panorama mozzafiato, dentro quell’ora e mezza c’è una pacificazione dei sensi che rimodella l’atmosfera, la rende un po’ gioiosa e quasi mistica, la trascina in quel tour dell’anima che Spalletti ha potuto riavviare quattro mesi fa, quando lasciandosi alle spalle le scorie di quell’addio (emotivamente) rovinoso, ha sistemato in sé le radici della rinascita".
"Nei suoi settecentoventi giorni in quel macro-universo così ampio e vario - e che spazia nell’impero cinese di Suning e di Zhang - Spalletti risistema l’Inter nel cuore del calcio che conta, consegna gli chéque che l’Europa più nobile converte alla Borsa della Milano nerazzurra dopo il settennato d’amarezze del post-triplete e s’accorge che nel calice per quel secondo quarto posto consecutivo c’è una premuta d’erbe che sa di cicuta. Nelle degustazioni del suo «Contrasto», a Certaldo, il retrogusto amarissimo dei ricordi rimane nel fondo della memoria e non c’è una verità oppure un perché in quella sedimentazione del dolore che manco un biennio da circa dieci milioni di euro netti può compiutamente addolcire. L’Inter delle novanta partite di Spalletti è talvolta racchiusa «fatalmente» e superficialmente nell’Icardi-gate, un gioco al massacro già affrontato nella Roma di Totti, una torsione seriale del destino, avverso e contrario, che sa di remake d’una vita indesiderata. E invece, in campo, in quell’elogio della propria idea, c’è la rinascita dell’Inter su livelli speciali, la riappacificazione con una dimensione che con l’addio di Mourinho non ha più garantito di ritrovarsi a spasso tra le stelle, nell’elite d’un calcio che sembra ormai proibito e che Spalletti, nel passaggio di testimone, lascia in dotazione a Conte, sommerso di euro e agghindato da un mercato mostruosamente galante nel quale sfilano in frac Lukaku e Barella, Sanchez e poi Eriksen".
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