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Nchama: «Io, da Malabo all’Inter. Vi racconto…»

Lorenzo Roca

Valeriano Nchama, 19 anni, mezzala dell’Inter in prestito all’Alto Vicentino (serie D), sognava di giocare la Coppa in casa con la Guinea Equatoriale: il ct Becker lo ha lasciato invece fra le riserve. La Repubblica lo ha intervistato....

Valeriano Nchama, 19 anni, mezzala dell’Inter in prestito all’Alto Vicentino (serie D), sognava di giocare la Coppa in casa con la Guinea Equatoriale: il ct Becker lo ha lasciato invece fra le riserve. La Repubblica lo ha intervistato.Nchama, lei ha mai pensato di giocare per l’Italia?«No. Questione d’orgoglio: forse prenderò il passaporto italiano, ma non dimentico da dove vengo. Arrivai a Milano che avevo sette anni, con mia madre, mio fratello e mia sorella più grandi. Ho cominciato all’oratorio San Giorgio, poi Nuova Samo, Bresso, Aldini, quindi l’Inter tre anni fa. Il mio modello è Pogba».

Come racconterebbe la Guinea Equatoriale? «Piccola, per metà sorge su un’isola, dove c’è Malabo, la capitale: sono nato lì, in mezzo all’oceano. Vive di turismo, da pochi anni ha scoperto il petrolio. Il campionato locale non vale quelli europei, ma chi vi gioca non guadagna male».

Cosa vuol dire per un africano giocare questa Coppa? «Per noi è più bella del Mondiale, c’è tutto il Continente. E vale assai di più di quanto conti l’Europeo per voi. Chi vince diventa il più forte dell’Africa, hanno chance anche squadre meno ricche che però qui si esaltano. Nell’edizione 2012 in Guinea Equatoriale si respirava un’euforia pazzesca, un contropiede bastava a scaldare lo stadio. Un africano non vi rinuncerebbe mai. Anche se fa la Champions».

Il Marocco ha chiuso gli stadi per timore del virus Ebola.«Io ho giocato in trasferta in Sierra Leone un anno fa, fra noi non c’era alcun timore. Ammetto che ora, vivendo in Italia e guardando i tg, la paura di un’epidemia è cresciuta. Ma quando comincia la coppa non c’è virus che tenga».