Ndour, talento azzurro classe 2004, ha parlato del suo approdo in tenera età al Benfica: "Amo uscire dalle zone di comfort"
Cher Ndour, centrocampista italiano con cittadinanza senegalese, ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica nel corso della quale ha parlato anche della sua esperienza al Benfica prima di approdare al PSG:
«Come è nata la passione per il calcio? Il primo anno all’oratorio San Giacomo, a Brescia. Non c’era la mia categoria, allora andavo ad allenarmi con i ragazzi più grandi. Sono juventino e per andare agli allenamenti mettevo la maglia di Krasic. Non era il mio idolo, si vede che mio papà al mercatino di Brescia, in centro, aveva trovato solo quella e visto che tifo per la Juve me l’aveva presa».
A 16 anni al Benfica. Ha avuto paura ad andare lontano da casa, da solo?
«Paura proprio no. Io se prendo una decisione non mi guardo indietro. Amo ricevere nuovi stimoli, uscire dalle zone di comfort, lasciare le mie abitudini. Mi piaceva anche l’idea che non conoscessi neanche la lingua».
Come si vive il passaggio dalle giovanili alla prima squadra?
«Se entri pensando di essere il fenomeno di turno ti mettono subito una croce sopra. Ho legato con Joao Mario, che è stato all’Inter: parlava italiano, mi ha fatto i complimenti per la convocazione, è stato bello».