E proprio questo pensiero, quello della retrocessione a tavolino, presente anche nelle test dei giocatori, potrebbe essere uno dei motivi del crollo di una squadra che anche in questa stagione sembrava in grado di dominare la scena. Invece tutti, in campo, sembrano quasi rassegnati al peggio, c'è un blocco psicologico e c'è chi starebbe già pensando di fare le valigie. Non è un caso che a Madrid, sponda Real, si riparli di Haaland e del tridente da sogno che formerebbe con Mbappé e Vinicius. Intanto a Guardiola, ferito dai fischi dei tifosi, non rimane che riflettere su cosa non vada al di là degli infortuni che, in questo periodo, lo hanno provato oltre che del lungo degente Rodri (la sua importanza nel gioco del City si capisce bene adesso che non c'è), dei vari Ederson, Nathan Ake e Ruben Dias.
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