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M'baye Niang ha messo la testa a posto. Lo racconta lui in un'intervista «Le statistiche sulla mia efficacia mi fanno piacere. Non mi sento insostituibile, ma un leader sì. Posso diventare un campione, lavorando duro». Lo voleva la Juventus: «Sono contento del destino. Questo Milan vuole dimostrare di essere di nuovo quello che abitava in Champions League». Lo voleva anche il Leicester a gennaio: «Arrivavo da un lungo infortunio, nella mia testa c’era solo il derby contro l’Inter. Ho fatto bene, direi: 3-0, con un gol mio». Che Milan sarà? «Non se ne andrà nessuno. Ci mancavano le certezze, ci mancava di sentirci il Milan: ora abbiamo identità tattica, gruppo unito, solidità difensiva. Io ho già rifiutato offerte importanti e a maggior ragione direi di no oggi. Il progetto fondato sui giovani funziona».
Futuro - Psg? «Un giorno, perché no. Ho indossato il numero 78 del mio dipartimento, Yvelines, ma ora mi tengo stretto il Milan e l’11, come al Genoa: vorrei diventare il capitano. Ogni volta che torno a Les Mureaux, dai miei amici, capisco che rappresento un modello. Le cazzate mi hanno fatto crescere. La mia carriera dimostra che lo sport serve a non prendere la strada sbagliata. Non tutti diventano campioni, ma è giusto che tutti ci provino. C’è chi pensa sempre che io sia incostante e io stesso non mi sento alla meta. Ma quel giorno arriverà.»
(Repubblica)
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