Le parole dell'ormai ex ct dell'Under 21: "Mi dispiace che il progetto sia naufragato, ma ora ce ne sarà un altro"
Intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera, Paolo Nicolato, ex ct dell'Italia Under 21, ha parlato così dell'addio alla Nazionale e dei contrasti con Mancini: «C’era bisogno di un allenatore che condividesse in pieno il tipo di gestione che si andava a prospettare. Non ci sono stati contrasti, ma c’erano idee non del tutto simili. Non ero sulla stessa linea, essere coerente per me è importante».
«Per me si arriva in Nazionale maggiore con un po’ troppa facilità. Non è un mes- saggio che condivido in pieno: può essere pericoloso».
«Non è facile gestire i ragazzi che fanno il passaggio tra i grandi e poi tornano in Under 21: inconsciamente gli obiettivi cambiano. La sensazione di arrivare in prima squadra con una certa velocità credo sia sbagliata. La convocazione per me è un fatto serio, frutto di un percorso, di un merito: non di un’età».
Mancini coordinatore puntava ad avere lo stesso sistema in tutte le squadre. Anche su questo c’era divergenza?
«Per me la Nazionale non è un club e la U20 e U21 non possono essere trattate come una Primavera di A: le dinamiche sono diverse, le competizioni pesano e c’è poco tempo per lavorare. Condivido poco il fatto di giocare allo stesso modo della prima squadra: ogni annata è diversa e bisogna tirare fuori il meglio dai calciatori. Legarsi agli schemi mi pare fuori logica».