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MILAN, ITALY - JULY 14: General view before the presentation of the new 2022/2023 Nke jersey at the Nke store in piazza Gae Aulenti 6 on July 14, 2022 in Milan, Italy. (Photo by Mattia Pistoia - Inter/Inter via Getty Images)
Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Stefano Agresti affronta un tema molto importante per il nostro calcio: i diritti tv. In particolare, fa il paragone tra l’ultimo club della scorsa Premier League e l’Inter, che era la detentrice dello scudetto. Ecco quanto evidenziato sulla rosea:
“Nella scorsa edizione della Premier League, il Norwich è arrivato ultimo. È ovviamente retrocesso, ma con il sorriso: ha comunque incassato 116 milioni di euro di diritti televisivi. È più facile scivolare e poi cadere se si hanno le tasche piene. In Serie A, la società che ha ricevuto la cifra maggiore dalle tv è stata l’Inter (la ripartizione è stabilita in base a una serie di parametri, non solo alla classifica): 84 milioni di euro. Quelli che tra gli inglesi sono gli ultimi, in Italia sarebbero i primi. E poi ci chiediamo perché loro spendono, a volte ai limiti della follia, e noi fatichiamo a chiudere una trattativa da pochi spiccioli.
La chiave è tutta qui: nei soldi che arrivano dalle tv. Una pioggia di denaro bagna i conti dei club di Premier: nel triennio 2022-2025 i diritti televisivi, da quelle parti, porteranno complessivamente 4,1 miliardi di euro a stagione. La Serie A, in base agli accordi per il periodo 2021-2024, di miliardi ne incassa 1,15. Il confronto è impietoso: le società inglesi si dividono una torta che è quasi quattro volte superiore rispetto a quella che si spartiscono le italiane. Per questo possono permettersi di portarci via i nostri campioni migliori, magari strapagandoli, come accaduto un anno fa con Lukaku, e poi si prendono perfino il lusso di rispedirli indietro a prezzo di saldo se si rendono conto che non funzionano (è capitato con lo stesso centravanti belga)”, si legge.
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