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COMO, ITALY - SEPTEMBER 30: General view inside training session at the club's training ground Suning Training Center at Appiano Gentile on September 30, 2021 in Como, Italy. (Photo by Mattia Ozbot - Inter/Inter via Getty Images)
Intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, Andrea Nuti, ex preparatore dell'Inter del Triplate, ha parlato così del prossimo campionato, che subirà un'interruzione a causa del Mondiale: «Certamente sì, sarà molto complicato. Intanto, è un campionato che inizia molto presto, prima del solito per la nostra Serie A, una decina di giorni prima rispetto agli standard. Anche se questo non sarà il problema, non sarà il problema principale».
«Il momento dei Mondiali, la pausa tra novembre e dicembre. Soprattutto per le grosse squadre, quelle che daranno molti giocatori alle rispettive Nazionali. Quello sarà un momento complicato, che andrà gestito nel modo migliore da parte di tutti club, ognuno con la propria funzionalità».
«Una squadra neo promossa o una che non ha tanti giocatori convocati avrà due mesi senza competizioni. E allora dovrà riuscire a dosare i carichi di allenamento mantenendo però il ritmo partita con a michevoli, allenamenti specifici. Però, allo stesso tempo, dovrà dare ovviamente il giusto riposo. Non sarà semplice. E’ questione di organizzazione».
«Chi tornerà dovrà smaltire le partite. Non solo. C’è tutto l’aspetto psicologico, mentale, motivazionale. Se vieni eliminato è un conto, se vai avanti nel Mondiale è un altro. Stanchezza fisica e stanchezza psichica: s arà difficile . Anche perché il campionato sarà ancora lungo ».
«Penso di sì. Intanto, a inizio campionato, un giocatore che pensa al Mondiale, che sa già di essere convocato, ha in testa quello. Dunque, anche inconsciamente, può avere paura di farsi male. Di contro, chi sa di non farlo, può dosare bene le energie nella prima parte, poi recuperare, e poi affrontare il campionato fino in fondo».
«C’è sempre un collegamento tra club e Nazionale. E poi i giocatori faranno le analisi ematiche prima di partire. Ci sarà uno scambio di dati per gestire le singole situazioni . C’è chi soffre l’aria condizionata, chi ha maggiore sudorazione, chi è carente di ferro. Vale per tutti, anche per gli atleti».
«Il preparatore ha subito una evoluzione negli anni, prima faceva correre la squadra e basta. Oggi è quello che con l’allenatore riesce a modulare le esercitazioni per la preparazione. Per la forza, invece, è rimasto uno spazio unico, in cui il preparatore è determinante».
«Si guarda ad altre cose e la parte tecnica si deve adeguare. E’ così il calcio».
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