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L’Inter ha legittime speranze contro il Manchester City sabato prossimo?
“È una partita secca e sono due squadre forti: quando il gioco si fa duro, gli italiani si fanno valere. Dall’altra parte ci sono l’estro e il genio di Guardiola. Spero sia una bellissima partita”.
La difesa interista è tutta italiana: almeno questo la sorprenderà, visto che a inizio anno i titolari con Bastoni erano Skriniar e De Vrij?
“No, nel senso che non mi sorprende il rendimento di Acerbi e Darmian: con Matteo sono cresciuto al Torino, gli ho sempre detto che il suo futuro sarebbe stato da centrale. È un giocatore sottovalutato, ma è intelligente, ascolta molto, legge bene le situazioni. Acerbi anche in Nazionale quando ha sostituito i pilastri Chiellini e Bonucci si è sempre fatto trovare pronto”.
Per un difensore cosa vuol dire giocare contro una punta come Haaland?
“È un grande attaccante, ma il punto è non concentrarsi solo su di lui: devi leggere le combinazioni del City, lavorando di squadra”.
Se ne parla poco, però la difesa del City è fortissima.
“Hanno un organico pazzesco e Guardiola ha sempre migliorato i giocatori, spesso trasformandoli. Stones a centrocampo è l’ultimo caso”.
Il City può soffrire la pressione di essere favorito e di fare il «Treble»?
“Non saprei, perché ogni annata è un capitolo diverso. E una finale è davvero una cosa a parte. Ma lo è per tutti”.
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