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Ieri l'incontro col Governo che ha dato l'approvazione a portare avanti il progetto del nuovo stadio nella zona di San Siro. Soddisfazione da parte di tutte le parti, club compresi.
"In questo caso però se andasse in porto il progetto che i club hanno illustrato ieri al ministro della Cultura e a quello dello Sport Andrea Abodi — a Roma con il sindaco di Milano Beppe Sala c’erano l’ad nerazzurro Alessandro Antonello e il presidente rossonero Paolo Scaroni, con i rappresentanti di Oaktree Katherine Ralph e Alejandro Cano e quello di RedBird David Castelblanco —, del vecchio San Siro potrebbe restare non molto. La Soprintendenza aveva già dato l’ok per mantenere solo una parte del secondo anello, quello strettamente sottoposto a vincolo. Un ricordo, una vestigia dello stadio, che sarà inglobato nel progetto di riqualificazione della zona. Un vincolo light che ora ha ottenuto la benedizione anche dal ministro Giuli", scrive il Corriere della Sera.
Non tutti i temi sono però stati tolti dal tavolo: manca (e non è un particolare) per esempio ancora il parere dell’Agenzia delle entrate che deve dire quanto costerà ai club acquistare dal Comune San Siro e la zona circostante. E poi c’è un interrogativo tutto politico: reggerà questo progetto alle proteste che riprenderanno vigore, dal momento che San Siro sarà quasi interamente smantellato? Ecco perché il piano San Donato viene tenuto in vita.
"Ma quali saranno i tempi? L’ok a questa soluzione, se arriverà davvero, sarà non prima della primavera del 2025. Servirà un anno per la progettazione di dettaglio, il che significa scavallare la cerimonia di apertura di Milano-Cortina 2026: il nuovo stadio, se tutto andasse bene, potrebbe essere completato nel 2029-2030", aggiunge il quotidiano.
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