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"Nel 2023-24 con la formazione di Inzaghi hanno avuto un numero analogo di presenze (33 l’olandese, 34 l’austriaco), ma il primo ha giocato praticamente il doppio dei minuti del secondo (2.172 contro 1.097). Stefan ha recitato un ruolo da protagonista e, nonostante un paio di leggeri infortuni muscolari, si è sempre fatto trovare pronto quando Acerbi è stato fuori: ha guidato con autorità la difesa e ha commesso pochi errori, confermandosi un titolare aggiunto di grande importanza. I problemi fisici di Marko, invece, sono stati più importanti e i periodi trascorsi in infermeria più lunghi rispetto a quelli del compagno. L’attaccante nato a Vienna ha inoltre dovuto fare i conti con la presenza in squadra di Lautaro e Thuram, due degli intoccabili, e per lui, autore comunque di 7 reti, ci sono state solo le briciole".
"In nazionale però entrambi rivestono un ruolo chiave. Anzi, forse “pesa” di più Arnautovic per l’Austria rispetto a De Vrij per l’Olanda. Marko indossa la maglia della nazionale da quasi 16 anni, ha 114 presenze e 37 gol, è il capitano ed è al terzo Europeo. Con la Polonia si è preso la responsabilità di calciare il rigore del 3-1, quello che ha rimesso la sua formazione in corsa per la qualificazione agli ottavi e oggi sarà titolare, come contro i polacchi (con la Francia era partito dalla panchina). De Vrij di presenze con l’Olanda ne ha poco più della metà di Marko (66) perché ha perso in pratica due anni, dal 2015 al 2017, a causa degli infortuni e spesso è stato in panchina per scelta tecnica. A questo Europeo, il secondo in carriera, però, è stato titolare con Polonia e Francia: lui in campo e De Ligt in panchina", aggiunge Gazzetta.
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