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Ora per Kovacic arriva l’esame più difficile: risolvere la gare. Da lui Mancini…

Riccardo Fusato

Molto, nella riscossa dell’Inter, passerà dai piedi e dall’estro di Mateo Kovacic. Il giovane croato, in odore di rinnovo fino al 2019, dovrà per necessità di cose essre il giocatore del rilancio. Mancini da lui pretende di più e vorrebbe...

Molto, nella riscossa dell’Inter, passerà dai piedi e dall’estro di Mateo Kovacic. Il giovane croato, in odore di rinnovo fino al 2019, dovrà per necessità di cose essre il giocatore del rilancio. Mancini da lui pretende di più e vorrebbe che lui fosse più decisivo. L’altra sera Mateo ha sbagliato due volte sotto porta e quello che è apparso è che il baby croato sa esserci, ma quella traversa presa al posto dello specchio della porta (oltre a quel tiro secco a... uscire nella ripresa) racconta che la decisività ancora non è emersa. E che d’ora in poi non può più tardare.

Il carattere non gli manca certo e alla fine della gara con l’Udinese ci ha messo la faccia presentandosi alla stampa. Insomma ora l’Inter si attende da lui che inizi a risolvere qualche partita Mancini lo ritiene perno assoluto per la propria seconda parentesi interista: lo ha provato largo e stretto e trequartista, considera Mateo una valvola talentuosa del suo gioco offensivo, però vuole da lui molti timbri sulla partita, lo vuole risolutivo. «Essendo giovane, più cose faccio più cose imparo» ha detto recentemente il baby croato. Gli esami di Kovacic non finiscono mai, tatticamente e non. Ora c’è quello delle decisività: da superare.