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"Ecco il primo giudizio comparato: abbiamo forse qualche rappresentante di quella categoria tra gli azzurri? La risposta è naturalmente no. Ci siamo illusi negli anni che potessero rivestire un ruolo talenti promettenti quali Balotelli ieri e oggi Donnarumma e invece no. Dobbiamo raccontarci la verità e sapere che abbiamo giocatori normali. Non solo. Ma considerarli invece progetti di campioni non fa altro che procurare una super-valutazione dei loro cartellini e stipendi con incassi da favola ai rispettivi procuratori senza che vi sia una pari crescita di prestazioni fisiche, tecniche
e comportamentali (ogni riferimento al caso scommesse è voluto, ndc). A leggere con attenzione il differente passo tra le due nazionali emerso alla distanza, si capisce che gli azzurri sono anche poco abituati, al contrario di quelli inglesi, a giocare ad alta intensità tutte le sfide. Dalle nostre parti resistono tempi morti, piccole astuzie, sofisticate tattiche messe in atto per frenare il ritmo. E
non è una questione di anagrafe. Perché martedì sera, nell’ultima mezz’ora della sfida, hanno ceduto sul piano della corsa e della posizione prima a Bellingham e poi a Kane, due ragazzi che rappresentano il futuro della difesa azzurra, Bastoni e Scalvini appena entrati, il fiore all’occhiello di Inter e Atalanta.
"Chiediamoci perché da molti, forse anche troppi, anni fuoriclasse del livello di Totti, di Pirlo, di Nesta, per citarne soltanto tre suddivisi per ruoli, non sono più apparsi sulla scena. Dobbiamo darci delle spiegazioni convincenti se non vogliamo continuare a illudere e illuderci come è successo sicuramente l’altra sera, dopo quel maestoso primo tempo che è figlio del coraggio predicato
da Luciano Spalletti, nuovo ct alle prese con una ricostruzione che non dipende esclusivamente da lui, nemmeno dalle sue convocazioni. Nell’attesa di conoscere il destino finale di questo girone e quindi della partecipazione al prossimo europeo, passando dalla solita Macedonia oltre che dall’Ucraina, è venuto il tempo di passare dalle analisi sommarie ai cambiamenti se vogliamo ancora recuperare il tempo e l’onore perduti. E qui entrano in discussione anche le capacità della classe dirigente, pronta a dividersi su tutto, dai diritti tv fino alla disputa per un rigore".
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