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Franco Ordine analizza la situazione in casa Inter, soffermandosi sulle scelte di de Boer a livello di uomini e di moduli: "L'olandese non ha trovato ancora il sistema di gioco più adatto: è partito con un 4-3-3 classico, l’ha modificato al cospetto della Juve, è tornato indietro ieri a Bergamo anche per necessità. È partito convinto d’affidare le chiavi del gioco a Banega, poi s’è fatto incantare da Joao Mario, da qualche giorno ha lasciato l’argentino in panchina senza riuscire a trovare nel portoghese la password capace d’innescare Icardi, rimasto anche ieri a digiuno di assist e cross." Secondo Ordine un altro inquietante deficit è rappresentato dal dover sempre incassare un cazzotto per reagire. Quell'insana abitudine a giocare un tempo da gazzella e uno da leone.
Le responsabilità che non sono di de Boer - Qui finiscono le responsabilità del tecnico e cominciano quelle del gruppo squadra allestita inseguendo i suggerimenti di Kia, l’agente, più che i consigli di Ausilio. È vero, sui fianchi
della difesa, la fragilità del fortino è nota e il mercato, sontuoso, ha cementato solo l’argine destro con Ansaldi,
ma il numero dei gol subiti (12) può e deve chiamare sul banco degli accusati anche il centrocampo che
non ha trovato ancora il suo leader né la sua fonte di gioco.
Esonero? Pensare di risollevare classifica e squadra con un cambio di tecnico può diventare l’ennesimo inganno. Significherebbe ricominciare da capo. Ma se proprio cinesi e Thohir dovessero congedare De Boer sarebbe il caso di affidare le chiavi di Appiano a un esperto navigatore dei nostri burrascosi mari. La società, invece di puntellare la panchina specie agli occhi dei calciatori, ha fatto sapere di aver proposto l’ingresso nello staff tecnico di Beppe Baresi, proposta respinta dall’olandese.
(Il Giornale)
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