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Ore 12.50: l’Inter rimane sola. La Curva Nord va a mangiare e il resto dello stadio…

Riccardo Fusato

E al minuto 20 del primo tempo i ragazzi della Curva Nord hanno lasciato lo stadio e se ne sono andati a mangiare al baretto

E al minuto 20 del primo tempo i ragazzi della Curva Nord hanno lasciato lo stadio e se ne sono andati a mangiare al baretto, storico ritrovo degli ultrà. Non prima di aver però srotolato una serie infinita di striscioni piuttosto umilianti per giocatori e parte della dirigenza. Misura colma, contestazione annunciata dalla copertina della Fanzine distribuita a San Siro prima della gara col Sassuolo: «Maledetti! Non siete degni della Nord». Al Meazza, l'atmosfera è stata da subito pesante: fischi durante la lettura della formazione nerazzurra. Un minimo di «sollievo» per Icardi e compagni arriva dalla nutrita schiera di bambini sistemati nel primo anello: loro cantano, esultano e si divertono comunque; giusto così! Il primo striscione compare sotto la zona occupata dagli ultrà: «Mister Zhang, se manca il gatto i topi ballano». Entra quindi in scena la Nord: «Stendiamo un velo pietoso...». E subito dopo il velo viene davvero steso a coprire l’intero settore. Inizia la gara, nuovo messaggino: «Grazie Mister Pioli, unico attore interista in mezzo a una squadra di indegni e a una società di comparse». A seguire un coro durissimo: «Venduti, venduti...». Genova, sponda rossoblù, è ferita apertissima, forse anche per il conseguente esonero di Stefano Pioli: «Genoa-Inter ve la siete giocata alla Morra cinese o avevate bisogno di arrotondare a fine mese?». Coro classico: «A lavorare, andate a lavorare...». Coro un po’ più inquietante: «Veniamo coi bastoni, veniamo coi bastoni...». Il piatto forte della contestazione è programmato appunto per il 20’ del primo tempo. Intorno al quarto d’ora vengono sparate le ultime «cartucce grafiche». Si dialoga con dirigenti e nuova proprietà: «Buttare per buttare milioni, fate giocare la Primavera non questi buffoni». E poi: «Qualcuno ci ha dimostrato che spendendo milioni e milioni si possono fare pesanti figure di m... Ecco, noi vogliamo vincere, non fare figure di m...». Ci siamo, minuto 20, sale il coro «tutti a casa olé, tutti a casa olé...». E se ne vanno mentre Icardi sfiora il gol da fuori area. Il secondo anello verde viene svuotato, o quasi. Qualcuno in realtà la gara se la vuole vedere tutta. Tutto il resto dello stadio applaude l’epilogo della contestazione, e proseguirà poi in proprio con sonore bordate di fischi a fine primo tempo e al 90’: stadio dunque compatto, evento storicamente non scontato nella Milano nerazzurra. Ma la pochezza tecnica di questa squadra e gli evidenti limiti di personalità di gran parte della rosa uniscono oggi il popolo nerazzurro a 360 gradi.

(Gazzetta dello Sport)