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Dal quotidiano Libero, il commento di Claudio Savelli sulla figura carismatica e vincente di Lele Oriali, uomo di sport che con le sue qualità riesce a dare completezza e serenità al gruppo azzurro: "Lele è l'uomo scelto da Conte per l'impresa impossibile, forse l'unico che ne ha condiviso l'ambizione. Se il fascino del ct è nelle parole e nei gesti, quello di Oriali, è nello sguardo. Consumato al punto giusto, un po' stanco, ma quel tipo di stanchezza orgogliosa, non lamentosa. E' come se avesse nascosto dentro di sé, Oriali, uno scrigno di fatiche che l'hanno fatto uomo.
E' talmente intenso il passato in campo del team manager azzurro che i giocatori lo riconoscono come esempio: una carriera da emulare in qualche modo. Lele trasmette solidarietà agli azzurri del presente: faticate ora nel rispetto di chi l'ha fatto prima di voi. Se Conte è salito a condottiero indiscusso, è anche perché ha trovato in Lele la perfetta controparte: carota e bastone, bastone e carota. Solo gli intelligenti sanno sostenersi a vicenda per un unico fine.
Ora, come allora, Oriali lavora nell'ombra. Ai fuoriclasse i titoli di giornale, le foto, ai gregari come lui il piacere del sacrificio. Quelli così, però, si godono più di altri gli eventuali successi. Fu così, però, si godono più di altri gli eventuali successi. Fu così crediamo, anche quando vinse la Champions al fianco di Mourinho, più o meno nello stesso ruolo che ricopre in nazionale. José quello famoso, Oriali la sua ombra. Mou era quello che correva con il dito al cielo nella semifinale del Camp Nou, Lele colui che provò invano a fermarlo (vibranti furono le lamentele di Valdes).
Finì in un abbraccio, un fugace momento in cui si congelò tutta la sua forza di quella squadra. Oriali ha vissuto il calcio in campo allo stesso modo in cui lo vive ora fuori: una vita da mediano, a recuperare prima palloni, poi uomini. E' per questo che Lele è l'ingranaggio perfetto per il meccanismo di Conte: la sua presenza amplifica la forza autentica di questa Italia - quella del gruppo - perché ne amplifica il senso".
(Fonte: Claudio Savelli, Libero 19/06/16)
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