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Alle origini di Skriniar: dal legame con la sua terra al primo soprannome

Fabio Alampi

Il difensore slovacco è tornato al centro del progetto dell'Inter: sono lontani i tempi delle panchine e le voci di mercato

Finito in panchina sul finire della scorsa stagione, considerato poco adatto al progetto di Antonio Conte e pedina sacrificabile per arrivare a calciatori più funzionali: l'avventura all'Inter di Milan Skriniar sembrava ormai giunta al capolinea. Oggi, invece, il centrale slovacco si è ripreso il suo ruolo di intoccabile a suon di prestazioni di livello assoluto, diventando uno dei segreti della ritrovata solidità difensiva nerazzurra.

La Gazzetta dello Sport ripercorre la sua infanzia, trascorsa in una piccola cittadina della Slovacchia: "Ziar nad Hronom non deve persuaderti. Non è fatto per suscitare l'approvazione di qualcuno. È stato "costruito" per essere utile. Non deve convincerti che è bello perché ciò che arriva prima è la sua utilità. Ecco perché Milan Skriniar assomiglia terribilmente al suo comune d'origine slovacco. Siamo a 170 km da Bratislava, nel cuore della nazione. È qui che Mino, così era soprannominato da bambino, nasce e cresce. Mino, a dire il vero, è uno dei due nomignoli: l'altro è Skrinka, gioco di parole tra il suo cognome e ciò che sembra, un "armadietto". D'alluminio, come il materiale costruito dall'enorme fabbrica che vi accoglie quando arrivate in città, un'industria che ha dato da lavorare a migliaia di persone nel corso degli anni. A Ziar Milan è ancora un eroe perché, di base, è uno che è riuscito a emergere".

"Fin da bambino era focalizzato sul pallone – raccontava Rastislav Stanga, il primo allenatore di Skriniar -. Rispetto ai suo compagni era più calmo, silenzioso, ma li sovrastava mentalmente".