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Ai microfoni di Tuttomercatoweb.com Pierluigi Orlandini ci introduce a Inter-Verona in veste di doppio ex. Due battute anche sul cambio di proprietà dei nerazzurri.
Pierluigi Orlandini, cosa ti aspetti da Inter-Verona?
"Sulla carta l'Inter è favorita, sia per blasone che per obiettivi molto diversi rispetto il Verona. Una di quelle partite che sembrano scontate ma non lo sono e l'Inter se la deve giocare. Occhio all'entusiasmo del Verona, che ha una tifoseria passionale e mi aspetto un vero e proprio esodo verso Milano".
Ti aspettavi una partenza simile del Verona?
"Personalmente non sono sorpreso, magari qualcuno pensava che il Verona fosse predestinato alla retrocessione ma ha stupito tutti con un calcio brillante. In più c'è entusiasmo, classico della neopromossa. Quando arrivi in serie A e non hai niente da perdere e giochi con serenità, senza pressioni e ti è consentito anche qualche passo falso. Lo zoccolo duro c'è, con qualche ritocco in più potrà fare molto bene".
Hai giocato nell'Inter e hai vissuto il passaggio da Pellegrini a Moratti. Ti rivedi ora nel passaggio di proprietà, con Moratti che ha ceduto la mano a Thohir?
"Quando Pellegrini cedette a Moratti si sapeva in che mani veniva lasciata la società. Qui, invece, è un punto di domanda: vengono da un paese diverso, non so quali benefici possano portare all'Inter. Certe domande è lecito porsele".
Hai speso la tua carriera da ala destra, ruolo che rischia di essere offuscato dalla moda del momento: il 3-5-2
"Un tecnico fa quello che meglio crede in base a chi ha a disposizione, non sono moduli scelti ma gli uomini a disposizione che portano a giocare in un certo modo. Penso a Conte, che era abituato al 4-2-4 e ha avuto l'intelligenza, con gli uomini a disposizione, di cambiare modulo. Con questo non dico che non esistano più le ali e penso alla Fiorentina, che ha gente come Cuadrado e Joaquin".
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