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Zanetti.
"Vado nelle scuole a insegnare educazione alle regole e porto sempre l’esempio di Zanetti. Che mi diceva “Orsato, non si preoccupi, anche se ha sbagliato, vada avanti per la sua strada”".
Furbo Javier.
"Ma anche Paolo Maldini e Totti, oltre a Zanetti".
Nei 95 minuti non sembri particolarmente portato al dialogo.
"I miei figli guardano Messi e Lautaro, io sono cresciuto seguendo Agnolin. Personalità, autorevolezza, standing. Altri tempi: Gigi che prende il braccio di Maradona oggi non sarebbe possibile".
Ritardo a parte.
"A te dico la verità. Pensa che, prima che chiamassi, mia suocera mi ha ricordato che fosti il primo a telefonare dopo il casino di Inter-Juve per via di quella foto. Mi spiegasti che il soggetto ritratto non era nemmeno mio fratello al mille per mille. A parte il fatto, ti aggiungo, che mio fratello non segue il calcio, è appassionato di automobilismo".
Appartenete a un sistema che muove miliardi. Siete sottopagati in rapporto al movimento di denaro generato. Questo aspetto vi toglie autonomia?
"Io sognavo di arbitrare a San Siro, di dirigere un derby di Milano, di Genova. Secondo te pensavo ai soldi? Soprattutto in un periodo come questo poi… Vivo in un paese in cui c’è gente che non riesce a pagare la mensa scolastica dei figli, e mi parli di soldi".
Il giocatore che rimpiangi.
"E me lo chiedi? Zanetti".
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