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Pagliuca: “Come faccio a non essere anti-juventino? Sudditanza c’è, a cosa serve il Var?”

Fabio Alampi Redattore 

L'ex portiere dell'Inter si scaglia contro la Juventus dopo le polemiche arbitrali successive alla gara contro il Bologna

Non si placano le polemiche legate alle decisioni arbitrali prese nel corso di Juventus-Bologna. Gianluca Pagliuca, ex portiere dell'Inter e della Nazionale, ai microfoni del Quotidiano Sportivo, non usa mezzi termini: "Confesso che dopo il gol giustamente annullato a Vlahovic per il fuorigioco di Rabiot ho pensato: alla prima minima possibilità di dare un vantaggio alla Juve Di Bello lo farà. Ma quel rigore negato è una cosa macroscopica".

Pagliuca, con la Juve è una vecchia storia.

"Sì, per quanto mi riguarda una storia che si trascina da venticinque anni. Poi dicono: Pagliuca ce l’ha con la Juve, è un anti-juventino".

Perché, lei nega?

"No, confermo di esserlo: ma lo sono diventato per forza di cose. Se metto in fila i fatti come faccio a non essere anti-juventino?".

Allo Stadium domenica notte il Bologna ha rivisto vecchi fantasmi.

"Sarebbe stato meglio se Di Bello avesse visto e fischiato quel rigore: e dire che fino a quel momento aveva anche arbitrato bene. Per me i due rigori che reclama la Juve non c’erano, mentre è stato giusto annullare il gol di Vlahovic dopo che il Var aveva visto il fuorigioco di Rabiot. Ecco, a proposito di Var...".


L’altro grande assente nell’episodio del contatto tra Iling-Junior e Ndoye.

"Ci sta che l’arbitro possa non aver visto bene: ma a quel punto il Var doveva richiamarlo. Sennò a che cosa serve la tecnologia?".

Il Var non la convince.

"Il Var spesso viene utilizzato come vogliono loro. Al Milan sabato col Torino hanno dato due rigorini che non avrebbero concesso a una squadra medio-piccola. La verità è che la tecnologia è affidata agli uomini, sono sempre loro che prendono la decisione finale. E la sudditanza psicologica nei confronti dei potenti continua ad esserci, esattamente come c’era prima del Var".

Eh quello Juve-Inter del ‘98 le brucia ancora.

"Mi brucia pensare che a venticinque anni di distanza ci siano ancora molti juventini che sostengono che quello di Iuliano su Ronaldo non fosse un fallo da rigore. Poi uno si chiede come si diventa anti-juventini".

Gli anni di Bologna hanno corroborato questa sua ‘fede’.

"Il tuffo di Zambrotta nella nostra area fu scandaloso. Ma ancora più scandaloso fu Nedved, che quando noi stavamo provando a convincere Zambrotta a dire all’arbitro che non aveva subito alcuna spinta allontanò il compagno, impedendogli di raccontare la verità".

Quando pensa alla Juve che cosa le da fastidio?

"Vedere che ancora sostengono di aver vinto trentotto scudetti, tanto da scriverlo nel loro stadio, quando in realtà gli scudetti sono trentasei perché due glieli ha tolti la giustizia sportiva. Solo in Italia succedono queste cose".


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