Le emozioni. Quelle sì che non hanno età, bandiere, confini. A voler guardare bene, sono qualcosa di estremamente democratico, livellante, anche per chi ne ha passate tante, anche e soprattutto per chi ha lasciato ricordi indelebili. In silenzio, con professionalità e attaccamento. Anche e soprattutto per chi è rimasto scolpito nel cuore di ogni tifoso. Di certo, se hai 35 anni e calchi i campi di calcio di mezzo mondo da tempo, segnando e sognando, sei costretto a gestirne tante, di emozioni. Specialmente se hai deciso, ancora una volta, di ricominciare da capo, di rimetterti in gioco, di vestire altri colori. Specialmente se sei a poche ore da uno specchio, pronto a metterti di fronte al tuo passato, pronto a ricordarti chi sei stato fino a poche settimane fa.
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Emozioni del destino, paura del passato: l’Inter e Palacio, quando l’amore può far male
I nerazzurri dovranno stare attenti al grande ex della serata del Dall'Ara
Quella del Dall'Ara non sarà una serata come le altre per Rodrigo Palacio. Il calcio e il destino, molto spesso, sanno muoversi a braccetto. Perché, a pochi mesi dal suo addio all'Inter e a tre giorni dal suo primo gol con la maglia del Bologna (a Firenze contro la Fiorentina), la sua nuova casa, si ritrova di fronte ai nerazzurri, con cui in cinque anni ha vissuto intensamente pagine contrastanti, ma pur sempre indimenticabili. Del resto, 58 gol in 169 presenze non possono essere cancellati così, da un soffio di vento. In fondo, nonostante trofei non ne siano arrivati, El Trenza ha occupato in questi anni un posto speciale nel cuore di tutti gli interisti. Difficile, d'altronde, trovare giocatori più discreti, professionali, dediti alla causa. Mai una parola fuori posto, mai un gesto provocatorio o inadeguato. La magia di Palacio è ed è stata anche fuori dal campo. In attacco, piedi da argentino, da vero campione (c'è chi ancora urla per quel tacco meraviglioso nel derby del 22 dicembre 2013...), nello spogliatoio un esempio.
A volte, però, nostalgia e sentimenti contrastanti vanno messi da parte. Voltare pagina è un attimo. Ed eccolo lì, Rodrigo Palacio, già fondamentale negli schemi di Donadoni e sbloccatosi in Serie A con la maglia rossoblù dopo un anno e mezzo di digiuno in campionato. Qualche tifoso dell'Inter già provvederà a fare i debiti scongiuri, consapevole che si sta parlando di un attaccante temibile e che, a 35 anni, non ha di certo perso il suo smalto (per informazioni chiedere a Sportiello). Anche perché, ai tempi del Genoa (dal 2009 al 2012) El Trenza, quando ancora non sapeva di essere un futuro nerazzurro, ha già saputo far male all'Inter. Due i gol di Palacio in 5 presenze con la maglia del Grifone contro quella che poi sarebbe stata la sua squadra. In tre occasioni in cui i rossoblù hanno giocato contro l'Inter, invece, lui non era presente. Tanto per dire che quel bottino sarebbe potuto essere più ricco. Rodrigo è un professionista esemplare, e di certo non si sottrarrà al suo compito, nonostante quella velata malinconia che sicuramente gli colorerà l'animo durante la partita.
Rivedrà tanti amici, come lui stesso ha detto nei giorni scorsi, e l'emozione salirà. Inesorabile. Ma se ci sarà da pungere, lo farà. Spalletti e i suoi lo sanno e avranno già studiato le contromosse. Del resto, quell'argentino con il codino lo conoscono benissimo. Tra un'emozione e l'altra, un'altra pagina di destino velata di nostalgia.
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