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James Pallotta, presidente della Roma, nel corso di una lunga intervista rilasciata ai colleghi di Repubblica, ha parlato anche dell'arrivo in Italia di Erick Thohir: "Quando tre anni fa abbiamo pensato di investire in un club, l'unica opportunità era la Roma. Nel senso che la città aveva un nome e un'immagine conosciuti in tutto il mondo. Quello che si dice un global brand, molto attraente. Le altre società o erano nelle mani di una famiglia come Juve, Inter, Napoli, Fiorentina, o mancavano di internazionalità. Se adesso arriva Thohir non bisogna mica gridare all'esproprio".
Sull'indebolimento economico del calcio italiano: "Il fatto che arrivino capitali dall'estero, come in Inghilterra, non è un difetto, una debolezza del sistema, ma un'opportunità da sfruttare. Attrarre investimenti non è mai sbagliato. Poi sì, il calcio italiano non paga più come una volta e ha perso competitività rispetto ad altri paesi. Si è seduto, si è accontentato, si è guardato troppo allo specchio, più local che global. E un po' alla volta è morto. L'Italia è stata in cima per molto tempo, ma invece di rinnovarsi, studiare, investire, si è rilassata. Manca la voglia di fare sistema, vincono le particolarità, in fondo noi come paese siamo stati uniti molto prima di voi".
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